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"La mia natura, formata in parti uguali di cultura e istinto. Affiorano qua e là i graniti dell'inevitabile; dappertutto, le frane del caso. Ci sono troppe vie che non conducono in nessun luogo, troppe cifre che a sommarle non danno alcun totale. I tre quarti della mia vita sfuggono a una definizione fornita dalle azioni. Ma ripugna allo spirito umano accettare la propria esistenza dalle mani della sorte, esser null'altro che il prodotto caduco di circostanze a cui nessun dio presieda, soprattutto non egli stesso. Una parte di ogni vita umana, persino di quelle che non meritano attenzione, trascorre nella ricerca delle ragioni dell'esistenza, dei punti di partenza, delle origini. La mia incapacità di scoprirle mi fece inclinare a volte verso le interpretazioni magiche, mi indusse a ricercare nei deliri dell'occulto ciò che il senso comune non mi offriva. Quando tutti i calcoli astrusi si dimostrano falsi, quando persino i filosofi non hanno più nulla da dirci, è scusabile volgersi il cicaleccio fortuito degli uccelli, o verso il contrappeso remoto degli astri". L'insondabile abiterà sempre nei piani alti di un'anima sensibile. Che viva in quella coltre sfuggente nella quale una forza stanca di lottare possa chinare il capo a disegni superiori, o che si insinui nei semi di un incontro speciale, o fra gli inattesi giochi dello stupore, o nei tanti voltafaccia del destino, o nei disagi della ragione, son tutte cose che la vita presto o tardi scopre in ognuno. Si tratta di dimensioni che annullano ceti e provenienze, cultura e incultura, dove non esiste più distanza fra sfavoriti e illustri, ultimi e arrivati, e nelle quali ogni livello di confronto finisce per diventare mera materia friabile. Qui è un Imperatore che tenta di offrire alla pagina i suoi dilemmi, le sue rese, consegnandosi felice e smarrito insieme a un altrove che,se non è misura di tutto,non può che arrivare comunque a diventarlo. Nella sua umiltà, nell'irrisolto delle sue domande, c'è la vita di tutti.
Mi spiace dissociarmi dalle molte recensioni positive ma non mi è piaciuto. Narrazione lenta, monotono tutta concentrata solo ed esclusivamente sul protagonista.
Confermo la grande bellezza di questo libro, non solo per contenuti, ma anche per la forma raffinata e poetica direi. Tuttavia, bisogna dire che tale lettura non si snoda in modo semplice, in quanto i riferimenti storici (non a caso è stato elaborato in quasi un trentennio...) sono numerosi e così anche i personaggi menzionati (la guerra contro i Parti e l'imperatore Osroe, la rivolta giudaica, Cabria....). Tale lettura, voglio dire, implica conoscenze storiche affinché possa essere apprezzato appieno. La parte focale è nello "svelarsi" dell'amore verso Antinoo. L'incanto di tale libro, oltre che nella raffinatezza della scrittura, è nell'espressione di questo sentimento etereo, delicato che trascende l'umanità dei rapporti. Persino la morte di Antinoo introduce a sentimenti poetici, elegiaci. Nel complesso, insomma, secondo il mio giudizio, è un testo aulico, erudito ed eclettico e per questo non di facile lettura.
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