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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2018
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Diverso da tutti gli altri libri di Roth che ho letto. Molto particolare ed, a tratti, impegnato.
Il falso autobiografismo che tanto piace a Roth conosce in questo romanzo del 1993 uno dei suoi vertici assoluti. Il Leitmotiv dell'intera narrazione può considerarsi idealmente racchiuso in un bell'aforisma che si trova nel cap. 5: «il destino dell'uomo non è il suo carattere; il destino dell'uomo è lo scherzo che la vita fa al suo carattere» (p. 169). A partire da questa volontà di manovrare personaggi curiosi, identità precise e perfino il proprio stesso nome, l'autore mette in scena un'autentica giostra decisamente riuscita. Le parti migliori sono però, a mio avviso, le digressioni (alcune brevi, altre lunghissime) nelle quali Roth sfoga tutte le sue pulsioni nei confronti di ciò che la cultura ebraica può offrirgli e di ciò che lui può offire all'ebraismo: sebbene rischi di suonare tutto "loshon hora", è chiaro che non lo è.
È una sensazione strana leggere un libro e sentire che non potrai mai battere lo scrittore. Che lui ti sta portando esattamente là dove vuole portarti, e che tu ci devi andare, non hai scampo. La scrittura ti imprigiona, i personaggi ti chiamano, le storie sono lì e si dipanano con maestria. Non è generoso con i propri personaggi Roth, ne mette a nudo tutte le debolezze ma il suo sguardo non giudica, guarda. Non riesco a leggerlo in fretta, io che di solito corro. Ho come la sensazione che se mi perdo un passaggio, se non capisco bene un punto, mi perdo un respiro di una persona amatissima, o l'ultimo raggio di sole del tramonto, quello che incendia il cielo ma dura solo un minuto e ti riempie di malinconia. Per cui leggo e rileggo e rileggo. Stupita, perché ogni volta c'è qualcosa di nuovo, diverso, attraente, disturbante, difficile. Non è una lettura facile Roth. Non è rilassante. Devi essere disposto a metterti in gioco e a seguirlo, dovunque lui vada. Altrimenti è meglio che non cominci neppure. E il ritmo sarà lui a dettarlo, non tu. Operazione Shylock non fa eccezione. E' un libro così denso di personaggi che qualsiasi altro scrittore avrebbe avuto materiale per tutta la sua vita. E' un continuo gioco di specchi fra la verità e la menzogna, tra il reale e l'irreale, un viaggio divertente e massacrante tra ciò che è e ciò che non è. Chi è il Philip Roth che scrive? Chi è il protagonista del romanzo? Se ci si ferma all'apparenza questo libro muore. Se ci si lascia trascinare dallo scrittore, se ci si lascia portare là dove lui vuole, come lui vuole, ci si ritrova in un altro mondo. Un po' storditi, molto grati.
Recensioni
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