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Antologia dello humor nero - André Breton - copertina
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Antologia dello humor nero
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Antologia dello humor nero - André Breton - copertina

Descrizione


Pubblicato per la prima nel 1937, questo libro ha inventato la stessa etichetta di "humour nero", fino ad allora sconosciuta. La scelta di Breton era, al solito, volutamente scandalosa, provocatoria. Accanto ai grandi classsici come Swift, Poe, Baudelaire, il padre del Surrealismo inseriva beffardamente autori come Sade, Fourier, Borel, e via via fino ad amici e "compagni di strada" come Picabia, Apollinaire, Picasso, Prévert, Dalì. Una lettura godibile che rappresenta anche un momento importante nella storia delle cosiddette "avanguardie storiche". Introduzione di Paola Décina Lombardi.
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Dettagli

1996
Tascabile
1 gennaio 1997
XL-392 p.
9788806139704

Valutazioni e recensioni

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Sandro G 74
Recensioni: 5/5

Antologia capolavoro, peccato non sia da tempo piu' disponibile, un caleidoscopio di visioni di eccelsa qualita', da Poe a Swift, un addentrarsi nei cunicoli piu' tortuosi della grande letteratura. Un vero e proprio manifesto narrativo.

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Voce della critica


recensione di Violato, G., L'Indice 1996, n. 5

Nel centenario della nascita di Breton, la riproposta in edizione italiana dell'"Antologia dello humour nero" assume un valore di bilancio. A tornare in primo piano, del capofila del surrealismo, non è n‚ lo sperimentalismo n‚ l'automatismo, e neppure il progetto, fondato sulla lezione congiunta di Marx e Rimbaud, di trasformare il mondo e cambiare la vita, bensì l'attenzione per un atteggiamento che è certo liberatorio, ma soprattutto di difesa contro le avversità del reale.
Sullo humour si discute ampiamente nei primi decenni del Novecento, anche all'interno delle avanguardie. È però nella situazione di malessere provocata dalla grande guerra che Breton comincia a interessarsene, e a seguito dell'incontro a Nantes nel 1916 di Jacques Vaché, singolare personaggioper cui lo humour - o, secondo la sua grafia, l'"umour", senza h - coincideva con "una sensazione, forse un senso, dell'inutilità teatrale (e senza gioia) di tutto". È inoltre negli anni precedenti il secondo conflitto mondiale che viene messo a punto il progetto dell'Antologia, la cui edizione, datata giugno 1940, si vede rifiutato il visto dalla censura di Vichy ed è messa in circolazione a guerra terminata. Nella prefazione Breton indicherà come precursori il Baudelaire del "Saggio sul riso" e il Rimbaud del tardo poema "Rˆve" o, tra i pensatori, Hegel e Freud. Lo humour d'altra parte - ribattezzato "nero" in ossequio a quel romanzo che aveva da tempo attirato l'interesse surrealista - si rivelerà un contenitore abbastanza ampio perché trovino posto nell'antologia comportamenti e scritti diversi; quasi sempre legati, però, a realtà collettive, oltre che individuali, inaccettabili. Così, ad esempio, alla battuta feroce di Swift, contrapposto a Voltaire e riconosciuto come iniziatore, verranno accostate non solo le contraddizioni di Lichtenberg, ma la mistificazione di Sade e le stravaganze di Fourier, risposte, entrambe, al parziale fallimento della Rivoluzione francese.Al diritto a uccidere del bandito Lacenaire, il quale inaugura con De Quincey lo humour nero dell'Ottocento, seguiranno - dopo le rivoluzioni mancate del '30 e del '48 - la provocazione di Pétrus Borel e il dandismo di Baudelaire; o - per gli anni successivi al '70 e alla Comune - la sfida al buon senso di Villiers e l'abdicazione di Lautréamont a qualsiasi forma di logica o di morale, la filosofia amara di Cros e il cattivo gusto di Corbière. Quanto al Novecento, che si apre con il Lafcadio di Gide e la rivoltella puntata di Jarry, sarà la débƒcle della grande guerra a suscitare l'indifferenza di Vaché e il metaforico suicidio all'occhiello di Rigaut, la volontà di scandalo di Picabia e l'insulto di Cravan; così come, fra i testi, le contrepèteries di Duchamp e i giochi di parole di Péret. Dopo il '40 compariranno anche due donne, Leonora Carrington e Gisèle Prassinos.
Curato da Paola Dècina Lombardi, cui si deve fra l'altro l'articolata introduzione, il volume si chiude con due scritti di Breton finora inediti in Italia. Nel più pertinente, "La confessione sdegnosa" (1923), viene rievocato Vaché e ne è tracciato un primo incisivo ritratto.

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Conosci l'autore

André Breton

1896, Tinchebray

André Breton è stato uno scrittore francese. Iniziati a Parigi gli studi universitari di medicina (neuropsichiatria), fu chiamato, durante la prima guerra mondiale, a prestar servizio in ospedali psichiatrici. La lettura delle opere di Freud e i rapporti con Apollinaire determinarono la sua vocazione. Alla fine della guerra, B. si dedicò a teorizzare, promuovere, esemplificare e vivere esperienze di dissociazione psichica, di automatismo dell’espressione, di viaggio ai confini della coscienza, che gruppi e movimenti dell’avanguardia letteraria e artistica venivano proponendo in quegli anni. Fondò, con L. Aragon e Ph. Soupault, la rivista «Littérature» (1919) e fece esperimenti, in collaborazione con Soupault, di scrittura automatica:...

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