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Con tutti i suoi limiti, questo primo libro mi è piaciuto molto. L'ho trovato scorrevole e anche abbastanza interessante come idea di base e ciò mi ha spinto non solo a concluderlo ma anche a proseguire.
Un ottimo inizio storia, avvincente e intrigante. Ti trovi ad esserne presa quasi senza accorgertene, in un susseguirsi di eventi inarrestabile. Molto avvincente e più che consigliato. Mi è piaciuto molto
Incredibile, ma sono riuscita a finirlo in due giorni solamente. Regina rossa mi ha tenuta incollata alle pagine, nonostante mi sia spoilerata un sacco di cose leggendo una recensione :/ (scema che sono ed era pure il terzo libro della quadrilogia) Ma l'autrice è stata bravissima a non farmi annoiare mai mai mai ed a farmi piacere i personaggi (anche odiare eh). Ho adorato Cal, mi è piaciuta Mare e non ho ancora capito se odio o no Maven, andando vedendo. E poi tanti altri personaggi secondari come Lucas e Julian, li ho adorati! Promuovo questo libro a pieni voti con la speranza che i seguiti, e soprattutto il gran finale, sia oltre le mie aspettative
Recensioni
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Ammetto di essere stata titubante all'acquisto di questo libro, perché la lettura dell'anteprima non mi aveva conquistato fino in fondo. Ma visto l'entusiasmo con cui la serie viene accolta da voi lettori italiani, non ho potuto che lasciarmi tentare e dare un'opportunità alla serie. Il risultato non è stato disastroso come temevo, ma nemmeno soddisfacente fino in fondo.
Il mondo a cui Victoria Aveyard ha dato vita magnetizza l'attenzione sin da subito, questo è innegabile. La distopia non ha perso il suo fascino e l'autrice ha saputo giocare bene le proprie carte presentando un universo accattivante e carico di possibilità. Ma il libro risente molto del suo essere solo il primo in una serie e fa sentire la mancanza di un world building più netto e convincente. Avrei sperato, almeno, che il lato romance fosse meglio sviluppato, per sopperire alle mancanze della storyline principale, ma anche lì ho storto un po' il naso.
Insomma, come avrete intuito questa non sarà una recensione adorante, ma posso assicurarvi che non sarà nemmeno una stroncatura. In effetti Regina Rossa non mi ha né deluso né entusiasmato: si è fatto leggere senza troppe pretese, lasciandomi con un mezzo sorriso sulle labbra per il bel finale a effetto.
Le mie tre stelle chiariranno l'indecisione e il dualismo che ho vissuto durante la lettura del romanzo. Questo perché, in effetti, il libro presenta aspetti a cui proprio non so resistere e altri a cui, invece, non riesco ad accostarmi con serenità. Mi auguro che nei prossimi romanzi della serie, la Aveyard abbandoni l'inclinazione agli intrighi e ai drammi amorosi non proprio ben congeniati, e si concentri nello sviluppo del mondo in cui i personaggi si muovono, dando maggior rilievo a questioni ben più importanti che il colore dell'abito da indossare a corte!
Come dicevo, il genere distopico ha pur sempre il suo fascino. Prendete un mondo allo sbando, mettete dei folli al suo comando, create una netta separazione tra classi e avrete un’ottima base per un potenziale best-seller. Non stupisce dunque che l'universo in cui si muove la protagonista sembri esercitare una sorta di incantesimo a inizio lettura: dopo qualche riga di presentazione ci si trova a desiderare di conoscerlo e scoprirlo il più possibile.
A guidarci nei suoi meandri è Mare Barrow, che a diciassette anni conosce la fame e l'umiliazione, così come il dolore della guerra. Nel suo mondo, che non sembra poi così lontano dal nostro, il sangue è tutto: se quello che ti scorre nelle vene è argenteo, vuol dire che sei una divinità tra gli uomini; se è rosso significa che la tua sorte è segnata. Rossi e Argentei vivono nella consapevolezza che un abisso li divide e che nulla potrà mai metterli sullo stesso piano. Mare è una Rossa e questo fa di lei uno scarto della società destinato a combattere una guerra che probabilmente la ucciderà, così come ha ucciso gran parte delle persone che ha conosciuto.
Se fosse stata un'Argentea sarebbe stata ricca, la sua famiglia avrebbe prosperato, avrebbe avuto dei poteri straordinari che le avrebbero garantito un'esistenza epica e l'accesso alle ricchezze e alle conoscenze più impensabili.
Tuttavia, il destino sa essere beffardo. Il suo cambia radicalmente quando in lei si manifesta un potere straordinario, così incredibile da essere persino precluso agli Argentei. Così avrà inizio un'avventura che la porterà nella corte argentea, tra i monarchi che hanno ridotto la sua gente in schiavitù e ora le apriranno le porte del palazzo reale al fine di camuffare il suo essere diversa. Intrighi di corte, amori, tradimenti e conflitti saranno ora la sua nuova vita, ma riusciranno a farle dimenticare le sue origini?
Victoria Aveyard sa come intrattenere e divertire. La mescolanza di azione, scene di lotta, complotti, intrighi e questioni morali tiene alta l'attenzione e distraggono dai punti deboli. Ma, purtroppo, questo genere di distrazione ha funzionato con me solo fino a un certo punto.
Se da una parte ci si scopre affascinati dalla costruzione del mondo in cui la protagonista si muove, dall'altra diviene presto chiaro che il suddetto mondo non è altro che uno scenario sfocato. In questo primo libro, le ambientazioni appaiono abbozzate, elementari, semplicemente funzionali a dare più spessore a quello che è il vero fulcro della storia. O almeno a quello che vorrebbe esserlo, ovvero il lato romance.
Ora, chi mi segue sa che non disdegno del buon romanticismo, nemmeno quando questo offuschi quella che è la storyline principale. Ma, per quanto mi riguarda, questo genere di scintilla scatta nel momento in cui l'autore è riuscito a porre la giusta attenzione nella costruzione dei personaggi. Purtroppo, però, devo ammettere che né Mare, né i suoi molteplici pretendenti, mi sono apparsi convincenti.
Mare soffre moltissimo di un'immaturità di fondo che non fa spiccare il suo carattere se non per i lati più fastidiosi e frivoli. Parimenti i principi Cal e Maven mi sono apparsi banali e stereotipati, così come lo è la situazione di tira e molla in cui vengono coinvolti. Tutti desiderano Mare, senza alcun motivo apparente e lei desidera un po' tutti senza neanche sapere perché, senza farsi troppi scrupoli a cambiare bandiera a seconda del vento. Questi intermezzi amorosi, dunque, non mi hanno convinta e non mi hanno distratto dai buchi nella trama e dalla carenza di caratterizzazione e di dettagli che predomina la narrazione. Mi aspetto più conflitti interiori, più ribellione, più domande da Mare. Mi aspetto di più dalla storia. In sostanza sospendo il mio giudizio fino alla lettura dei prossimi capitoli, nella speranza che certe lacune vengano colmate.
Recensione di Glinda Izabel
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