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Anno edizione: 2020
Anno edizione: 2017
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Lettura piacevole: stile sobrio, contenuti interessanti, aneddotica non fine a se stessa. Guerri sa divulgare, non ci piove (bellissimo, ad esempio, il suo libro su Ciano, forse il migliore della sua produzione). Qualche volta, però - unica noticina appena appena negativa - per far la critica della retorica risorgimentale, tracima nella retorica dell'antiretorica, del resto largamente praticata a seguito dei 150 anni dell'unità. Ad ogni modo, molti dei rilievi presentati da Guerri sono già nei manuali dei licei, ormai lontani dalle romanze deamicisiane e dal carduccianesimo ancora dilaganti fino almeno agli anni Settanta del Novecento. Basterebbe studiare, quindi. Le divulgazioni, poi, ben vengano se son fatte con onestà, come questa.
Interessante ricostruzione del Risorgimento italiano da parte dell'autore italiano meno convenzionale e schierato ideologicamente. Anche se, in alcuni passaggi descrittivi, non propone tesi originali. Quanto, piuttosto, la sintesi di quanto già proposto e scritto da altri autori (Petacco A., ecc.). Rimane, però, un buon risultato letterario critico delle tesi unanimiste e filorisorgimentali di tutti coloro che immaginano il nostro Risorgimento come una fraterna 'Alba Nazionale'. Nulla di tutto ciò. Fu, in realtà, una guerra civile non dichiarata (come pure quella del 1943/45)dove la colonizzazione del Sud in nome di una pretesa Unità lasciò alla popolazione del Regno delle Due Sicilie una duplice alternativa. Quella di Brigante o emigrante. Coloro che decisero di combattere questa Rivoluzione scelsero la sconfitta e la morte.E ne furono uccisi tanti, in nome di questa Unità. Gli altri, invece, scelsero l'incertezza e la fortuna altrove. Lontano dalla Patria. Dei 22milioni che erano, ben 15milioni varcarono i nostri confini, aprendosi al Mondo. Dando inizio a quel processo migratorio che è in corso ancora oggi. Molti vennero forzatamente spediti all'Altro Mondo. Grazie alle disciplinate e feroci truppe sabaude che combattevano per il Piemonte di Cavour che NON voleva l'Italia unita. Ma solo il Regno del Nord (Piemonte-Lombardia-Veneto).L'attuale Padania o MacroRegione europea proposta dalla LegaNord.E, lasciando ad un idealista come Garibaldi il 'lavoro sporco' da fare. E senza alcun ringraziamento nè riconoscimento, postumo nè immediato. In fondo l'eroe dei due mondi' benchè disciplinato ed obbediente, non era uno stupido. Il resto è stato fatto dai Generali zelanti di Casa Savoia, come Cialdini, La Marmora & Co.I danni di questa finta unificazione li stiamo subendo ancora oggi, a distanza di 153 anni. E sopra una montagna di errori e menzogne spacciate per 'verità istituzionali'. Lettura necessaria ed indispensabile. Per palati forti o fini. Valutazione Ottima.
Solito, grande, Guerri. da leggere, da proporre nelle scuole al posto della solita bella versioncina edulcorata sulla storia d'Italia.
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