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Molto palloso, come quasi tutti gli ultimi romanzi della Cornwell. Dialoghi lunghi e contorti (il record sono 30 pagine di dialogo tra la Scarpetta e il marito!!!) Trama scarna, piena di tecnicismi e la solita "pubblicità occulta" a marchi che probabilmente la sponsorizzano, modesto finale buttato lì per concludere. Ormai non vedo più speranze nella resurrezione di questa scrittice. Sta facendo la stessa fine di King, Deaver, Patterson e altri. Mi sembra che le paranoie che ha sofferto nella vita siano ormai dilagate nelle trame dei suoi romanzi: penso che la Scarpetta debba andare in analisi!! Meno male che ci rimane una favolosa Vargas, che scrive poco ma benissimo!
Mamma mia... Di libri brutti ne ho letti, ma questo quasi li batte tutti... Ripetizioni anche di frasi intere, concetti senza alcun senso e, quelle poche volte in cui succede qualcosa di intrigante, non si capisce da dove arrivi e dove vada... Patty, ma dove sei finita?
dopo anni completamente assorbito da autori del nord europa,da indridason a nesser,per citarne un paio,ho provato a leggere questo romanzo della cornwell,memore dei bei libri che mi avevano entusiasmato. non mi è piaciuto niente questa volta,pessima la scelta della prima persona se non si hanno argomenti e suspence narrativa.tanto per fare due esempi trovo fastidioso mettere acronimi di ogni tipo per citare i vari apparati,dopo un capitolo non si ricordano più, fare sempre il riassunto (in ogni romanzo!) dei personaggi e di cosa facevano negli episodi precedenti è semplicemente triste.non vado oltre,le critiche alla lunga annoiano, mi dispiace per l'autrice,non credo che leggerò altri suoi libri.
Recensioni
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Il ritorno di un personaggio molto amato dai lettori di Patricia Cornwell: Kay Scarpetta. Questa volta alle prese con i fantasmi di un passato
mai sopito che la riporta indietro di vent’anni,
agli inizi della sua carriera.
Port Mortuary – letteralmente il porto dei
morti – è il luogo in cui vengono smistati i cadaveri
dei caduti in guerra della base dell’Aeronautica
militare di Dover. È qui che Kay Scarpetta
sta seguendo un corso di addestramento
sulle autopsie virtuali quando, in una fredda
sera di febbraio, viene richiamata in tutta fretta
dalla nipote Lucy e dall’investigatore Pete
Marino al CFC di Boston, il nuovo centro di
medicina forense civile e militare da lei diretto.
Qualcosa di molto grave e inspiegabile è appena
accaduto, qualcosa che potrebbe rovinarla
sia professionalmente che personalmente, travolgendo
nello scandalo la struttura sperimentale
di cui è a capo. Un giovane uomo, morto
apparentemente per un malore e custodito
nella cella frigorifera del CFC, viene trovato
in un lago di sangue, e ciò avalla l’ipotesi che
fosse ancora vivo quando vi è stato rinchiuso.
L’autopsia sul suo cadavere rivela la presenza
di agghiaccianti lesioni interne di origine sconosciuta,
complicando ulteriormente il quadro.
La situazione è tanto più seria in quanto Jack
Fielding, vicecapo del centro, è scomparso nel
nulla dopo essere stato indagato per un suo
presunto coinvolgimento in altre morti sospette.
Kay Scarpetta si trova di fronte a un caso
estremamente difficile e pericoloso che ha pesanti
riflessi non solo sulla sicurezza nazionale,
ma anche sulla sua vita privata.
In una frenetica
corsa contro il tempo, con l’aiuto di Pete
Marino, del marito Benton Wesley e della nipote
Lucy, Kay deve affrontare un nuovo nemico
scaltro e crudele e fare i conti con una vicenda
che coinvolge i fantasmi di un passato
mai sopito che la riporta indietro di vent’anni,
agli inizi della sua carriera professionale.
In Autopsia virtuale Patricia Cornwell fa ritrovare
ai propri lettori una voce che non sentivano
da anni, quella di Kay Scarpetta, ritornando
alla narrazione in prima persona che ha contraddistinto
i suoi primi romanzi, e dà accesso
immediato e diretto alle riflessioni, ai dubbi
e alle emozioni del personaggio, raccontando
la storia nella sua prospettiva e restituendolo
in tutta la sua complessità.
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