Il matematico indiano

Affresco lievemente romanzato di un personaggio vero: l'indiano Ramanujan, matematico esterno ai cliché accademici che strabiliò, con l'ausilio di una coppia di famosi cattedratici inglesi che ne compresero la genialità (Hardy e Littlewood). Invaghito di una dimostrazione che i matematici inseguono da oltre 150 anni (ipotesi di Riemann), Hardy sperò di potere giungere alla soluzione grazie all'ausilio dell'indiano, che divenne suo collaboratore; ma una precoce malattia condusse, nel volgere di pochi anni, il genio alla morte. Seppure non trovo particolarmente accattivante la trama, ritengo il libro istruttivo.

In genere i libri li finisco. Stavolta, dopo poco più di 100 pagine mi sono fermato; eppure le prime pagine non erano male. Probabilmente non è la tipologia di lettura che mi cattura (infatti il libro mi era stato regalato). L'autore sa scrivere, ma alla fine la lettura è pesante... Il mio voto medio-basso, dato che non ho terminato la lettura, non può però avere pieno peso.

La valutazione giusta sarebbe 2,5. C'e' una notevole lentezza e una quasi totale assenza di considerazioni attinenti alla matematica (non servono formule ma molti divulgatori scientifici riescono a presentare questi temi in modo concreto e affascinante). Soprattutto diventa fastidioso il continuo insistere sui temi dell'omosessualita', cosa peraltro tipica di questo autore (v. il suo libro su Turing).