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Anno edizione: 2001
Anno edizione: 2003
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Libro-inchiesta sul disastro di una fabbrica chimica a Bhopal, in India, avvenuto nel 1984. L'abilità degli autori, al di là della raccolta delle informazioni e della riscostruzione storica dell'accaduto, sta nell'aver presentato la storia sia dal punto di vista macro (l'azienda, la dinamica dell'arrivo in India, il contesto), sia da quello umano, familiare, individuale, con una ricostruzione che consente una immedesimazione quasi da romanzo.
Nel 1980 la Union Carbide, colosso dell'industria chimica americana, apre a Bhopal, nel cuore dell'India, una fabbrica di pesticidi x l'agricoltura. Per produrre il Sevin è necessario il fosgene, famigerato gas tossico della Grande Guerra, e il MIC, isocianato di metile, una sostanza molto instabile, mortale x inalazione, altamente esplosiva e infiammabile, da conservare a zero gradi. A Bhopal ce ne sono tonnellate, x l'interruzione della produzione del Sevin dovuta a una lunga siccità. La notte del 3 dicembre 1984 a causa di un'errata manutenzione una nube tossica si libera da una tanca, supera le misure di sicurezza dismesse, si diffonde sulla città. Uccide all'istante centinaia di persone, migliaia sono soffocate, hanno problemi respiratori e alla vista. Sospinto dal vento, il gas letale si diffonde nella bidonville vicina alla fabbrica, fa strage nella stazione affollata, invade i quartieri adiacenti. Come in ogni immane tragedia, ci sono atti di eroismo e di viltà, di pietà e di sciacallaggio. La narrazione di Lapierre e Moro è tesa, angosciante, fa vivere il dramma delle persone coinvolte, il loro terrore, i tentativi disperati di raggiungere una salvezza x troppi vana. Tuttavia gli autori dedicano alla notte della catastrofe solo un centinaio di pagine, il libro è piuttosto la storia di Padmini, una giovane sposa che quella sera celebrava le proprie nozze, e della sua miracolosa sopravvivenza. E' la descrizione del popolo della bidonville, multicolore e solidale, festoso e ingenuo, che sogna un modesto benessere all'ombra della fabbrica. Il racconto dell'antefatto è interessante x capire la successione degli eventi che portarono alla catastrofe e x illustrare la società indiana, così diversa da quella occidentale, ma troppo prolisso. Il libro è più una storia di costume che quella di una tragedia, e può infastidire l'autopromozione delle iniziative sociali degli autori.
tragedia e abominio sconosciuti, quelli di Bhopal, raccontati con precisione da LaPierre. Incidente vergognoso di enorme portata, oltre il quale lo scrittore trasmette dolore, sofferenza, solidarietà e un grande spirito del popolo indiano, tradito dal sogno di benessere americano. Leggetelo, per conoscere un fatto incredibile che non ha colpevoli per 500 mila vittime. Bello, emotivo e di forte impatto, ma molto scorrevole
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