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L'ho letto molte volte perché ogni volta mi ha insegnato qualcosa in più su come la nostra società capitalistica faccia di noi esseri inclini a preferire di avere cose, oggetti e consumi, illudendoci che in ciò sia la nostra felicità, piuttosto che esseri che si danno da fare per migliorare sé stessi nella propria umanità, cosa che, dice lo psicoanalista, ci renderebbe veramente felici.
"Dicendo essere o avere non mi riferisco a certe qualità a sé stanti di un soggetto... Mi riferisco, al contrario , a due fondamentali modalita' di esistenza, a due diverse maniere di atteggiarsi nei propri confronti e in quelli del mondo, a due diversi tipi di struttura caratteriale, la rispettiva preminenza dei quali determina la totalità dei pensieri, sentimenti o azioni di una persona " (Erich Fromm). Ed è la prevalenza della modalità esistenziale dell'avere che per Fromm ha determinato la situazione dell'uomo contemporaneo, ridotto a ingranaggio della macchina burocratica, manipolato nei gusti, nelle opinioni, nei sentimenti dei governi, dall'industria, dai mass media, costretto a vivere in un ambiente degradato con lo spettro incombente del conflitto nucleare. L'autore, rifacendosi a una lunghissima tradizione di pensiero che va dal Buddha a Tomaso d'Aquino, da Baruch Spinoza a Marx, dal Talmud a Meister Eckhart, delinea quindi le caratteristiche di un' esistenza incentrata sulla modalità dell' essere, in quanto attivita' autenticamente produttiva e creativa, che offra all'individuo e alla società la possibilità di realizzare un nuovo e piu' autentico umanesimo. E' davvero difficile dargli torto !
Magistrale esposizione della condotta umana che come un pendolo oscilla tra la volontà distruttiva del semplice avere e quella creatrice del sublime essere. Essere, inteso come naturale traguardo a cui ognuno di noi dovrebbe propendere, senza l'assillante e insaziabile desiderio che come un macigno peserà sul futuro dell'umanità. Essere, inteso come sviluppo delle qualità umane oramai sepolte dalla società tecnocratica alienante. Al peggio non c'è mai fine, se non siamo noi a porre la vita come unico fine!
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