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La città trans-comunista. Appunti di viaggio tra Bologna e altrove - Fausto Anderlini - copertina
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La città trans-comunista. Appunti di viaggio tra Bologna e altrove
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La città trans-comunista. Appunti di viaggio tra Bologna e altrove - Fausto Anderlini - copertina

Descrizione


Cosa sta accadendo nei diesse bolognesi, partito che vive una perenne transizione identitaria, condizione originale che ne esplicita forza e debolezza? E cosa passa in quei partiti, associazioni, interessi, movimenti e cerchie culturali che insieme con gli eredi del glorioso Pci costituiscono il milieu di quella che qui è definita "città trans-comunista"? Una città nella città, ma capace di trascendere la specificità locale in una più vasta rete di implicazioni. Politiche, sociali, psicologiche. Il biennio che va dalla riconquista di Bologna da parte di Cofferati all'avvio del governo Prodi è preso a pretesto per indagare fatti, situazioni, personaggi, lacerazioni, paradossi, opportunità; andando avanti e indietro nel tempo, cercando tramature connettive e sintomi allusivi di nevrosi profonde. Lo stile è quello del racconto di viaggio: viaggio nella metropoli rossa verso la quale l'autore si pone come analista, ma della quale è anche partecipe come residente, con tutte le inevitabili commistioni: analisi che sfumano in ricordi personali, aneddoti, esperienze, simpatie, frustrazioni e qualche antipatia. Il racconto di viaggio, va da sé, non ha tesi. Mette insieme tasselli, avanza qualche ipotesi ed è soprattutto esercizio di igiene esistenziale per il viaggiatore.
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Dettagli

2006
1 gennaio 2006
216 p., Brossura
9788883424892

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Tommaso G.
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Il Partito a Bologna ma non solo. Triste e malincolico. Parla di se stesso. Come già indica il commento precedente, una buona lettura per chi vuole sapere, o ricordare, cosa era il Partito a Bologna. E, Bologna, nella costruzione politica italiana, è un tassello importante.

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ANDREA VENTURA
Recensioni: 3/5

Questo povero, supponente, irritante cantore del comunismo padano, degustatore instancabile del sangue di avversari e nemici politici ... questo piccolo Lenin della Bassa, che ambirebbe essere un perpetuo "suggeritore del Principe" collocato sulle spalle di un gigante comunista dalle sembianze di un Balanzone divenuto "compagno" e peraltro storicamente quasi mai presente in terra padana dopo Dozza, con questo libello simil Neruda - Confieso que he vivido - parla naturalmente più di sé che della tardiva entropia comunista locale, peraltro presente in una confusa, masturbatoria, autoreferenziale carrellata, dove sono presenti quasi esclusivamente "loro" - i compagni comunisti - senza storicizzazione alcuna, ma tutto come in una pellicola della Mosfilm, quasi felliniano, in un disarmante, inconsapevole "Amarcord" anche del passato più prossimo. Anderlini assomiglia a Toby Dammit, episodio dentro a "Tre passi nel delirio" del grande Federico Fellini, dove un attore alcolizzato che giunge in Italia per girare un "western cattolico", secondo le intenzioni di un monsignorone (Salvo Randone), ma ossessionato da un richiamo inconscio, finirà per trovare la morte in una folle corsa per valicare un ponte interrotto a bordo della Ferrari avuta in dono, in una notte di nebbia simil-padana. Pollice verso ma da leggere, per capire comunismo e comunisti bolognesi, in un'eterna notte di licantropi dove a farne le spese è stato soprattutto il mondo laico e libertario del socialismo riformista, che fece la fine della conchiglia con il paguro.

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