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Ciao - Walter Veltroni - copertina
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Ciao

Descrizione


Un doppiopetto grigio, il Borsalino in mano, un velo di brillantina sui capelli, lo sguardo basso. Sotto un cielo che affonda nel rosa di un tramonto infinito, un ragazzo degli anni Cinquanta torna dal passato, si ferma sul pianerottolo della casa di famiglia e aspetta il figlio, ormai adulto. Com'è possibile? E perché è tornato ora, dopo tanto tempo? Sono due sconosciuti, ma sono padre e figlio. Insieme per la prima volta e solo per una sera, provano a raccontarsi le loro vite, quello che è stato e quello che poteva essere, la storia di due generazioni vicine eppure diversissime. Le parole dell'infanzia, i paesaggi, i volti trasformati dal tempo; e Roma, quella più bella. Quella della radio, e della televisione che quel ragazzo timido e geniale ha contribuito a fondare. Ma qual è l'eredità di un padre che non c'è mai stato? Forse la malinconia, certe tristezze improvvise, la voglia di scherzare e di prendersi in giro, il ricordo commosso della donna che li ha amati. In un viaggio attraverso il dolore della perdita e la meraviglia della ricerca delle proprie radici, le parole si mescolano e si intrecciano fino a rivelare ciò che li unisce davvero. Perché non smettiamo mai di cercare il padre.
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Dettagli

2017
Tascabile
28 settembre 2017
248 p., Brossura
9788817096348

Valutazioni e recensioni

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Recensioni: 3/5
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Ascli01
Recensioni: 3/5

Se credete che vengano trattati gli aspetti della relazione padre-figlio non è il libro giusto, infatti il caso è del tutto "anomalo" visto che il padre di Veltroni è morto quando il figlio era appena nato. Anche l'aspetto psicologico del "padre ingombrante" perché importante, non è presente perché non pare esistere conflittualità con un defunto non conosciuto. Non c'è neanche l'aspetto della "vita futura" verso la fine, del sessantenne scrittore, fatto trasparire nella sinossi. È significativo il fatto che non ci siano reticenze rispetto alla posizione del padre nell'epoca fascista, anche se invero i nonni di Walter Veltroni da parte paterna, sono quasi dimenticati, al contrario di quelli materni antifascisti. Buona parte del libro è costruita sui ricordi degli amici paterni, tutti giornalisti famosi, a seguito della richiesta dell'autore, ci sarebbe da chiedersi quanto siano veritieri quei giudizi, considerato l'importante ruolo pubblico dell'autore e il fatto che come dice anche il vecchio modo di dire "parlandone da vivo....". Ho ammirato molto il coraggio dell'autore a raccontarsi così intimamente, così come le parole dedicate al suo modo di interpretare la politica, in fondo, anche se non è andato in Africa, è forse tra i rari politici che si è auto pensionato, anche se non gli perdonerò mai l'aver pudicamente e immeritatamente chiamato Berlusconi, il "leader della compagine a me avversa", con tutto ciò che tali "gentilezze" ha comportato.

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Valeria
Recensioni: 2/5

Ho trovato questo libro un pò distante, non mi ha colpita particolarmente. A tratti noioso.

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Giovanna Querci Favini
Recensioni: 1/5

Purtroppo non ho letto il libro, ma a questo rimedierò immediatamente, Sono appena rientrata dal Teatro della Pergola dove ho visto la versione teatrale del romanzo. In questo momento mi sento eccitata e commossa, ma non è solo questo il merito di un lavoro teatrale, il merito di Ciao è quello di essere la rappresentazione apparentemente disarmata della società di oggi. Il linguaggio che mi ha fatto subito intuire che dietro ci fosse un romanzo (Chiedo perdono della mia ignoranza, ma non sapevo che tale romanzo esistesse e di questo accuso i giornali che non fanno abbastanza per divulgare i libri di valore e non solo quelli che stravendono) Questa opera teatrale che con i dovuti cambiamenti ricorda lo stile ibseniano ci ha fatto riflettere sul Fascismo come lo aveva vissuto un fascista cui mancava la crudeltà, gli indimenticabili anni cinquanta e attraverso questo cammino siamo arrivati ai giorni di oggi, alla nostra Democrazia debole e sfilacciata, alla mancanza di fede, di fiducia, di rispetto. Nessuno ci stimola o incoraggia a tali sentimenti. Mi sento solo di criticare per l'ennesima volta la scuola chi riempie le sale teatrali per Pirandello senza che gli insegnanti abbiano adeguatamente preparato i loro allievi, nella maggior parte dei casi perché della "Filosofia" pirandelliana non ne sanno nulla, Stasera non era presente nemmeno un ragazzo, evidentemente i loro insegnanti erano all'oscuro dei programmi teatrali che dovrebbero essere per loro un grande aiuto. Infine smettete di mettere la cravatta al fantasma del padre di Amleto con l'intenzione di renderlo moderno, lo è già senza la bestemmia di un borsalino o di una cravatta. Un vero testo teatrale moderno c'è stasera alla Pergola.

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Recensioni

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Conosci l'autore

Walter Veltroni

1955, Roma

Figlio di Vittorio, dirigente della Rai, morto quando Walter aveva un anno. Si diploma presso l'Istituto di studi cinematografici e televisivi e si iscrive giovanissimo al Pci, ne diventa, solo ventunenne, consigliere comunale a Roma, carica che manterrà fino al 1981. Nell'87 entra come deputato in Parlamento. Favorevole alla svolta della Bolognina, è stato direttore dell'Unità. Nel 1996 condivise la leadership dell'Univo con Prodi e, vinte le elezioni, venne nominato vicepresidente del Consiglio e Ministro per i beni culturali. Nel 2001 viene eletto sindaco di Roma, carica che gli verrà riconfermata nel 2006 con il 61,5 % dei voti favorevoli. Nel 2007 entra nel Comitato Nazionale del neonato Partito Democratico e dichiara di non...

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