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Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Tre stelle perché preferisco di gran lunga "E' così che la perdi" (capolavoro), ma anche in questo caso un libro stile Junot Diaz.
Brillante e favolosa ma anche toccante e amara saga famigliare della famiglia Cabral/de León segnata dal fukù (avete presente cos'è una maledizione? ecco: di più) con uno spaccato della società nella Repubblica Dominicana dagli anni '30, della dittatura di Trujillo, fino alla fine del secolo scorso. E' un racconto vivace, a più voci, dei diversi personaggi della famiglia e dell'amico Yunior. La prosa di Diaz è decisamente divertente e accattivante, fuori da ogni canone stilistico convenzionale, sguaiata, non lineare, contaminata di parole spagnole e accompagnata da similitudini o analogie decisamente nerd (aiuta un discreto glossario nerd, oltre che un glossario delle parole in spagnolo) ma assolutamente godibile da chiunque. E che non vi venga in mente di saltare le note! Sono importanti e mantengono lo stile narrativo. La storia, in breve, ruota intorno alla figura di Oscar, un ragazzo obeso, poco attraente, decisamente nerd, con una forte propensione alla scrittura di romanzi fantasy (vuol diventare il Tolkien del New Jersey o giù di lì) e con il desiderio maledetto (!) di riuscire a piacere alle ragazze malgrado la sua goffaggine. Ma la forza narrativa di Diaz non si ferma solo su Oscar ma disegna personaggi indimenticabili come la prorompente, infaticabile e conflittuale Beli, madre di Oscar, e la bellissima e provocante Lola, la sorella ribelle di Oscar. Bello, schietto, struggente: 5 stelline su 5
Storia di una famiglia maledetta (fukù) e in particolare di un ragazzo nerd fino al collo nell'era del dittatore di Trujillo. Fukù. Molto originale l'idea del linguaggio fantasy che domina il racconto. Un libro denso e straordinariamente ricco. Fukù.
Recensioni
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Questo libro di Junot Díaz mi ha davvero spiazzato, l’ho amato dalla prima all’ultima pagina: è la storia di Oscar, adolescente sfigatissimo e obeso di origini domenicane appassionato di fantasy e sci-fi, e della sua famiglia, dei suoi anni nelle scuole del New Jersey, delle sue ambizioni da scrittore e dei suoi fallimenti con le ragazze. Ingredienti speciali: lo stile pop (così moderno e ironico), la componente domenicana (quindi un certo realismo magico che nella letteratura nordamericana normalmente manca); il dislocamento del punto di vista (la storia è narrata da una prospettiva insolita); l’amore dell’autore per i suoi personaggi (che poi diventa anche il nostro). E poi certo, il finale.
Marta
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