Addio a Berlino

Ho voluto leggere questo libro per la sua ambientazione storica nella Berlino degli anni Trenta, e al di fuori di questo elemento non ho trovato in 'Addio a Berlino' alcun interesse. Il racconto è estremamente frammentato, e i personaggi a dir poco odiosi. Mi sarei aspettata una descrizione della popolazione berlinese più varia e accurata, ma vengono descritti per lo più solo personaggi incontrati dal protagonista nei vari locali notturni o nei caffè da lui assiduamente frequentati, o le donne cui cui ha coabitato o a cui ha dato lezioni di inglese. Ogni personaggio è tratteggiato in modo grottesco, burlesco, i tratti fisici e caratteriali sono cinicamente derisi, non viene fatto alcun tentativo di analisi psicologica, tutto resta in superficie, su tutto regna un disinteresse freddo e cinico. L'autore afferma di voler essere una semplice macchina fotografica, ma uno scrittore non è un cronista, e un lettore si aspetta un certo coinvolgimento emotivo da parte di chi scrive. E invece l'autore vuole sempre apparire il più distaccato e indifferente possibile: è una scelta letteraria, ma mi ha molto infastidita, e mi ha dispiaciuto vedere che solo nelle ultimissime pagine del libro l'autore si lascia andare a qualche riflessione amara sulle sorti di Berlino e dei suoi conoscenti (tra parentesi, molti dei personaggi non sono tedeschi, ma inglesi, come lo stesso autore, capitati a Berlino per 'affari personali', attratti dalla sua vivace e disinvolta libertà sessuale). L'indifferenza e il disinteresse dell'autore riflettono l'indifferenza e il disinteresse degli stessi Berlinesi che assistono senza reagire all'ascesa del nazismo (ad eccezione di alcuni piccoli gruppi di comunisti, che nel libro sembrano prendere la situazione politica con estrema ilarità e divertimento). Il fatto poi che l'autore definisca il suo racconto 'semi-autobiografico' mette ancora più a disagio, perché non si sa dove finisca la ripresa della 'macchina fotografica' e dove cominci la fantasia.

5/5/2024. Il libro si fa leggere abbastanza piacevolmente, a parte qualche incertezza sul significato di alcune parole/frasi in tedesco, non tradotte. Però man mano che si va avanti, si spera di trovare il "colpo di reni" che te lo fa apprezzare appieno. Invece no. Rimane sempre poco appassionante. Poco tracciate le problematiche "pre naziste" in quella Berlino che diventerà , da li a poco, la fucina della più grande sciagura della storia dell'uomo.. Tre stelle

Romanzo dichiaratamente autobiografico ambientato nella Berlino dei primi anni '30 che ci offre uno spaccato della capitale tedesca in un periodo cruciale per la storia dell'umanità: tra il disfacimento della fallimentare Repubblica di Weimar e l'affermazione del Nazionalsocialismo, la Germania e l'Europa intera corrono a rotta di collo verso la catastrofe. Un bel romanzo ben scritto e che offre vari spunti di riflessione