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Anno edizione: 2015
Anno edizione: 1987
Anno edizione: 1987
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Un aeroplanino di carta su cui un poeta alita prima di lanciarlo per aria. Senza rotta e direzione, senza eliche o radar, andrà dove andrà, come la vita, sbattendo instabilmente al vento dell'ovunque. A bordo avrà una sola passeggera, una frase, soluzione e smacco a tutti quei sofferti cervelli che ancora ritengono insondabili le leggi del mistero. Beccatevela e tacete, nobili paladini con le torce della verità ben accese contro la tenebra, e azzittitevi una volta per tutte quando quelle rozze pieghe di foglio si apriranno chiare sotto i vostri occhi: "Sfinge e sfintere hanno il medesimo etimo". Chi è pronto a ridere sull'altare del nonsenso ha teneramente capito tutto, chi si consegna a un sonno della ragione sa perfettamente che il non sonno, anche il più onesto, è comunque frittura di polvere. In Poesia va così, prendere o lasciare, non vi aspettate blande e sterili carezze, giacché alla fine c'è un solo precetto a far valere il vero blasone del sentire, e cioè che "se si sappia vivere da vinti lo si è un pò meno". Questo il mandato, l'invito a comparire e specchiarsi fra queste fratture scavate, almeno per chi sceglie e apre queste pagine e le attraversa per quello che meritano. Non far altro che "disincagliarsi dall'inebetimento". Guido ci prende la mano non per stringercela, ma per sporcarcela coi suoi unguenti speciali, per ferirci con fiammate di genio, "quest'immane urlo che ci fiocina". Nessun vento sistematico, nessun ordine che non sia rigurgito di pena sincera, nessun reggimento "di inermi marsupiali" a viziare in male la bellezza e il colore di una mente alta, libera: "Università, zecca di libri falsi, anticamera dell'inferno tecnico, martello di orizzonti ciechi". Sia chiara una cosa: questo librino è salute peggiorata, ma proprio per questo allunga la vita. Come sia possibile lo capirà solo l'angelica e ricettiva deviazione di chi saprà anche soltanto sfiorarlo. Mi manchi Guido.
Guido Ceronetti è sicuramente uno dei più affascinanti pensatori della nostra epoca, contemporaneità. Frammenti decisivi su svariate tematiche offre questo libricino, che seppur esile all'apparenza vi assicuro ne raddoppia in abbondanza da un punto di vista etico e morale; sul linguaggio e la sua filosofia, il tempo e la sua cognizione. L’intento ceronettiano è salvifico, accomuna cristiani e comunisti e tanto, ma proprio tanto altro ancora ne riversa le lacune su altre sponde e su vari fronti s'allunga con lo sguardo per offrire al lettore, che lo accompagna con la catenella legata ai polsi, un completo dissenso su ciò la società impone e sulle sue regole attualmente quasi inefficaci. Vi dico solo: leggetelo e non ve ne pentirete!
Guido Ceronetti è un intelletto eclettico, una vera e propria eccellenza - scusate il sostantivo abusato! - del pensiero italico. Occupato su più fronti, dalla critica alla poesia, passando per filosofia e teatro, lo scrittore torinese è da sempre affezionato all’abitudine di una buona tazza di tè cinese, una al mattino, una al pomeriggio: momenti personalissimi che lo estraniano dalla realtà circostante e gli permettono di girovagare, da perfetto apolide culturale, nei più reconditi anfratti del sé e della coscienza, nonché dell’attualità, della letteratura, della storia e della religione. Ecco, molti di questi spunti sono racchiusi frammentariamente o aforisticamente nei "Pensieri del tè", libello che tratta dell’Enola Gay e di Israele, di donne e comunismo, di Hitler e Mussolini e di tanto altro ancora… Il libro possiede idee bellissime ed originali, e utilizza un vocabolario impressionante, che rende piacevole e sorprendente lo scorrimento delle pagine. Buona lettura.
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