Wilhelm Meister-Gli anni dell'apprendistato

Uno dei libri più strani che mi sia capitato di leggere. Non sembra nemmeno Goethe, ma un insieme di molte nazioni racchiuse nella mente di un solo genio. La cosa migliore è leggerlo con la mente libera da ogni preconcetto. Meravigliosa la copertina scelta.

Chi volesse cimentarsi nella lettura di Goethe, sappia che in merito ad alcune sue opere regna una confusione sovrana. Riguardo il Faust, ad esempio, si deve capire quando si intenda il Faust I, il Faust II o l'Ur-Faust.. e poi, il Wilhelm Meister, l'altro campione di equivoci (spesso a partire da come si sceglie di tradurre il titolo): "la vocazione teatrale", "gli anni dell'apprendistato" o "gli anni di viaggio"? ecco, si tratta di tre romanzi ben distinti e, tranne il primo che si legge tutto sommato assai bene (qualcuno sospetta che si tratti di un apocrifo) con qualche episodio enfatico, al limite del ridicolo, i restanti due sono un mezzo inferno. Il secondo, che è probabilmente quello a cui più comunemente ci si riferisce (ed è oggetto della presente scheda) è il romanzo di una iniziazione massonica, scritto in stile sobrio, con personaggi abbastanza verosimili ma accipicchia intrappolati in un intreccio così farraginoso che richiede davvero un qualche apporto critico per uscirne vivi! Poi, dicevo, la terza tappa, quella ancora più misteriosa e sfrangiata, che trovate stampata solo da una piccola casa editrice (cercatela col sottotitolo "i rinuncianti"). Ecco, ci sono fermo da qualche anno. Quando l'avrò terminata, ci poserò una lapide.

Un romanzo ricco di personaggi e piccole storie che si sviluppano lentamente e che rimangono in sospeso fino all'ultimo, fino a quando Gothe, dopo la 'pausa' del VI libro, trova probabilmente un giusto finale, anche se all'apparenza può sembrare 'deludente'. Ma non è così. Lo scambio di lettere tra Goethe e Schiller alla fine del libro è molto utile per comprendere le scelte adottate e lo sviluppo stesso del romanzo. Da non dimenticare la continuazione, 'Gli anni di pellegrinaggio', ritrovabile purtroppo solo nelle biblioteche.