L' apprendistato di Duddy Kravitz

Per conoscere questo scrittore, famoso soprattutto per "La versione di Barney", questo romanzo è sicuramente l'ideale per capirlo ed entrare nel suo mondo. Impossibile non affezionarsi a questo personaggio cinico, farabutto e mascalzone, ma anche fragile per il vissuto e la difficile situazione famigliare. Il lettore impara a conoscere Duddy Kravitz quando ha 15 anni e, da quel momento, fino ai 19 anni, vive con lui ogni avventura: da cameriere a impresario di film, ecc. Un personaggio che tenta di farsi strada nel mondo e guadagnare la fama o meglio quel pezzo di terra, perché come gli ha detto il nonno "Un uomo senza terra non è nessuno". Una scrittura frettolosa, veloce che non lascia scampo e ci trascina nella vita di Duddy Kravitz, grottesco, ma vero, con i suoi difetti e la voglia di arrivare.

Ci sono alcuni elementi costanti nella produzione di Richler (inizi confusionari, sviluppi improvvisi e intriganti, chiusure originali e agrodolci; dialoghi bizzarri, intelligenti, a volte cinici) ma, come naturale e giusto che sia, c'è un gradiente di sofisticatezza evidente tra Duddy (1959), Solomon (1989) e Barney (1997). Ciò detto, Mordecai è del '31. Scrivere un libro del genere a ventotto anni è indicativo di un talento spaziale.

Considero questo uno dei libri più belli che abbia mai letto nella mia vita. In parte perchè non accontenta le esigenze narcisistiche di un ipotetico lettore,in parte perchè è un ottimo spaccato della bestialità che può essere un uomo e di come si arriva ad essere bestie e lo fa con semplicità e raccontando senza giudizio.