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Uno stile impeccabile, una scrittura magnifica, coinvolgente e delicata come i sentimenti che tocca. La storia si svolge a Parigi tra la prima e la seconda guerra mondiale con diverse situazioni che prendono vita ma sempre connesse tra loro. Ci sono molti personaggi ma quasi tutta la storia gira intorno al rapporto difficile tra Thérèse e Bernard in disputa per l’annoso conflitto umano tra il bene e il male. I falò dell’autunno è il prequel dell’opera più famosa di Némirovsky: Suite Francese. Leggere una prosa di così alto livello, rende ancor più triste e toccante la perdita della scrittrice ad Auschwitz
Sebbene sempre incantata dal suo stile magnifico, non ho amato questo romanzo al pari di altri capolavori della meravigliosa Nemirovsky. A tratti appare eterogeneo, slegato, lievemente ripetitivo. Si fa avvincente nella terza parte e torna magnifico nella descrizione del tormento interiore di Therese e del suo amore incrollabile. Per certi versi, in nuce, mi sembra di individuare analogie con gli affreschi di Suite francese.
Un altro capolavoro della scrittrice franco-russa tragicamente scomparsa durante la seconda guerra mondiale. Il libro si sviluppa attraverso diversi piani temporali: la prima parte durante la Grande Guerra: la descrizione della vita e della morte al fronte è vivida, una delle più realistiche che io abbia letto (incredibile che sia stata scritta da una donna che al fronte non c'è stata); la seconda parte si svolge durante gli anni del dopoguerra quando una folla di profittatori trovò il modo di arricchirsi spudoratamente appoggiandosi ai politici (ogni riferimento al presente è del tutto casuale); il capitolo finale racconta il crollo della Francia sotto l'attacco dell'esercito di Hitler. Le descrizione della fuga di militari e civili ricorda "Suite francese" il libro che ci rivelò la Nemirowsky. Questo per quanto riguarda l'ambiente. I personaggi,primi tra tutti Thérèse e Bernard, i loro travagli interiori, i loro amori e i loro dolori sono descritti con la consueta maestria.
Recensioni
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Dopo i I doni della vita, un’altra grande saga familiare di Irène Némirovsky. Un romanzo tradotto a partire dall’ultima versione del testo ritrovata tra le carte dell’autrice.
Al centro di questo romanzo c’è un sogno: quello in cui, poche ore prima di morire, la vecchia nonna della protagonista vede se stessa prendere per mano la nipote e insieme a lei attraversare i vasti campi in cui ardono dei falò: «"Vedi," le diceva "sono i falò dell'autunno; purificano la terra, la preparano per nuove semine. Voi siete giovani. Nella vostra vita, questi grandi falò non hanno ancora cominciato ad ardere. Si accenderanno. Devasteranno molte cose…"» Così sarà: come molti altri della sua generazione, dalle atrocità della Grande Guerra il «piccolo eroe» Bernard Jacquelain è stato trasformato in un «lupo» avido di piaceri e di denaro, cinico e disincantato, e unicamente attratto dal mondo luccicante dei faccendieri, degli affaristi, dei politici corrotti. A niente servirà la presenza dolcissima della giovane moglie: lui ha voglia di avventure, e di quella mediocre vita piccolo borghese non ha che farsene. Ma il fuoco di molti incendi verrà a devastare i campi della sua vita: un amore sordido, una débacle finanziaria, un’altra guerra, un lutto atroce. Solo allora Bernard capirà cosa vuole davvero e saprà che da quel cumulo di ceneri può nascere una vita nuova.
Scritto a Issy-L’Évêque tra il 1941 e il 1942 e uscito postumo nel 1957, I falò dell’autunno è stato tradotto a partire dall'ultima versione del testo ritrovata tra le carte dell’autrice, versione che – ricostruita grazie alle ricerche di una studiosa italiana, Teresa M. Lussone – è stata accolta nelle Oeuvres complètes apparse in Francia nell’autunno del 2011.
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