Maigret e l'uomo della panchina

In un’umida atmosfera autunnale e con addosso un cappotto che odora di naftalina, Maigret indaga sull’omicidio di un uomo ritrovato in un vicolo con un coltello piantato nella schiena. Durante le sue investigazioni da un capo all’altro di Parigi, fra un calvados e una tirata di pipa, fra le chiacchiere con portinaie ciarliere e le deposizioni di poveri diavoli, il Commissario ritrova l’umanità dolente, le pensioncine squallide, l’odore di povertà che abitualmente incontra alla ricerca di un segnale, di un indizio, di un’intuizione che possano far luce sull’accaduto.

Inchiesta di Maigret scritta da Simenon all'inizio degli anni Cinquanta, durante il soggiorno in America, che nasconde sotto traccia una certa nostalgia per la Francia lontana. L'evocazione della Parigi dei boulevards più popolari, la povertà e la piccola malavita sono gli elementi primi per una descrizione d'atmosfera sempre coinvolgente per noi lettori, con Maigret che diventa il nostro Virgilio. Ottima lettura, consigliata soprattutto a chi si avvicina solo ora a Maigret e a Simenon.

Simenon dà ,ancora una volta, prova del suo innarrivabile talento di scrittore attraverso questa difficile indagine del commissario Maigret. Partendo da un paradigma già rodato , quello dell'uomo mite ed anonimo vittima di una famiglia arrivista e senza pietà che , in seguito alla perdita del lavoro e ad un fortuito arricchimento, riesce a costruirsi una piccola oasi di pace e semplicità lontana dalle umiliazioni quotidiane, fino a che un brutale omicidio scuote alle fondamenta questo castello di apparenze. Come in " Nessuno uccide un povero diavolo" e " Il defunto signor Gallet" il gentile e pacioso Louis Thouret,trascorre le sue giornate seduto sulle panchine del boulevard Saint Martin,dopo aver perduto il lavoro di una vita alla Kaplan et Zanin. Ha trovato ,insieme all'amico Jef Schrameck, il modo per guadagnare montagne di soldi e sostenere sia la temibile famiglia a Juvisy che la sua doppia vita nella camera verde in rue d'Angouleme insieme all'amante Antoinette. Ne viene fuori,come nelle altre declinazioni del tema offerte da Simenon, un fragile equilibrio affresco della meschinità umana la cui bramosia spinge alle azioni più insensate e violente. Nonostante io avessi già una certa familiarità con altri scritti dell'autore sul tema, devo dire che questa indagine mi ha tenuto sulle spine fino alla fine,cercando fra le pagine l'assassino. Per la sua familiarità ed al tempo stesso unicità, consiglio questo libro.