Liberty Bar

Maigret, membro della polizia giudiziaria di Parigi, è inviato sulla Costa Azzurra, a Cap d‘Antibes, per indagare sull’omicidio di William Brown, un australiano che aveva militato nei servizi segreti francesi, ucciso a coltellate alla schiena. Maigret inizia le indagini ripercorrendo gli ultimi mesi di vita di Brown e visitando i luoghi che lui frequentava: una villa ad Antibes e il Liberty Bar, a Cannes, un locale frequentato da personaggi equivoci. Ed è qui che il commissario si trova a contatto con la parte più oscura della vita di William Brown, che una volta al mese fuggiva dalla villa, per avventurarsi nei sordidi vicoli del porto di Cannes. Con alcuni incidenti del percorso: l’amica Jaja che si taglia le vene dei polsi e rischia di morire dissanguata. Ed è sempre qui che Maigret inizia a capire chi fosse la vittima e come conducesse una doppia vita. Il commissario s’immergerà talmente nell’atmosfera equivoca del Liberty Bar, da immedesimarsi nel suo alter ego William Browne. Alla fine dovrà fare i conti non solo con i codici della legge ma anche con la sua coscienza. Romanzo breve, intenso, in cui Simenon intreccia con sapienza i fili del racconto.

Anche sulla soleggiata e ricca Costa Azzurra a volte vengono commessi misteriosi omicidi. Maigret viene inviato ad Antibes per risolvere il caso dell’assassinio di William Brown, con il quale, anche a causa della somiglianza fisica, prova subito empatia, arrivando quasi a identificarsi con lui. Il clima languido e vacanziero contagia Maigret, che fatica a concentrarsi sulle indagini. La Costa Azzurra è descritta come un lungo boulevard ricco di lussuose ville e casinò ma all’improvviso si passa dalle scintillanti e assolate piazze di Antibes alla buia e squallida bettola di Cannes, il Liberty Bar. Se fossimo a teatro potremmo parlare di un cambio di scena, dove all’improvviso le protagoniste diventano la proprietaria del bar, la decadente Jaja, e la sua figlioccia Sylvie. Il romanzo gioca molto su questa dicotomia: da un lato la scintillante vita mondana della Costa Azzurra, condotta da facoltose e fortunate persone; dall’altro la triste vita di sfortunati miserabili, per i quali la Costa Azzurra si limita allo stretto vicolo del Liberty Bar. Come spesso accade nei romanzi di Simenon, al lettore non sono dati tutti gli elementi per risolvere il caso. Maigret arriva alla conclusione non attraverso indizi e prove, ma immergendosi nell’atmosfera del Liberty bar e lasciandosi trascinare dalla sordida vita che conducono gli avventori. Come sempre, Simenon si dimostra un maestro nel far capire con poche frasi la psicologia dei personaggi e nel descrivere gli ambienti. Memorabile, a questo proposito, la scena del funerale di William Brown.

Uno dei migliori Maigret del primo periodo, dove intreccio poliziesco e narrazione si fondono mirabilmente.