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Banditi e ribelli dimenticati. Storie di irriducibili al futuro che viene - copertina
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Banditi e ribelli dimenticati. Storie di irriducibili al futuro che viene - copertina

Descrizione


La parola "banditi" riunisce sotto un'unica specie il criminale comune che delinque per proprio esclusivo tornaconto e interesse, e varie forme di devianza dalla legge o dal potere motivate da ispirazioni ben più alte: religiose, sociali, politiche, militari. Dunque è essenziale saper distinguere. Banditi e ribelli si oppongono al futuro che viene. Mentre la criminalità comune non ha patria spirituale, il banditismo e il ribellismo trovano rifugio e protezione nelle comunità omogenee del mondo rurale che non si piega alla modernizzazione. Gli irriducibili incarnano consapevolmente o meno lo spirito di resistenza della comunità stessa contro leggi ritenute ingiuste o modi degenerati di applicare le leggi stesse.
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Dettagli

2006
25 maggio 2006
368 p., Brossura
9788848804691

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Stefano Cattaneo
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Nonostante che su Vincenzo Pacchiana si sia dato molto più ascolto ai resoconti di storici discendenti delle sue "vittime" che non alla molto più veritiera voce popolare, il testo è ottimo e merita di essere letto.

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Voce della critica

Banditi, nel senso di messi fuori dalla legge, dalla città, dalla lingua. Eretici, facinorosi, irregolari: sono questi, tra storia e leggenda, i protagonisti di questa raccolta di saggi cresciuta in seno al Centro di studi dolciniani di Biella. Oggi li chiamerebbero disadattati, questi reietti irriducibili al progresso; grandi conoscitori del territorio, spesso amati dalle loro genti, che li proteggevano e li aiutavano a sfuggire alle guardie mandate dai centri urbani. A partire da fonti orali o atti di parrocchia, da microstorie o quotidiani d'epoca, gli autori ricostruiscono queste vite appassionanti, instillando nel lettore il desiderio di leggerne presto altre. Si racconta del canavese Pietro Mottino e del sanguinario Stoppa di Talamone; dell'eretica Margherita da Trenti e dei Mazzarditi, di cui si sa poco o pochissimo; del leggendario Contin, delle brigantesse padane, della sarda Maria Antonia Serra Sanna, detta sa reina, o di Pietro Bangher, da cui l'appellativo, ancora frequente in val Sesia, di bangher, usato per i bambini che non obbediscono. Cavalcando i secoli e le nazioni, si passa dal famoso bandito Delpero, citato con spregio da De Amicis perché, pare, cominciò la sua brillante carriera appropriandosi di alcune tavolette di cera di proprietà del compagno di banco, al fascinosissimo Bruno di Canale, il più leale e calunniato dei torinesi; da Butch Cassidy al falsario Farinet, in nome del quale, nei primi anni ottanta, si riunirono, in un'osteria di Saillon, Léo Ferré, Gilbert Bécaud e qualche altro, fondando un'associazione benefica che tutt'ora opera in favore dei bambini del mondo.
  Erika Martelli

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