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Vincitore nel 1990 del Premio Viareggio, questo romanzo delizioso conferma il talento di Luisa Adorno di raccontare, come ha scritto Leonardo Sciascia, «con una vivacità, un'ironia, un brio da far pensare a certe pagine di Brancati.
Arco di luminara e L'ultima provincia sono per Luisa Adorno «i libri degli anni felici coi figli bambini, poi ragazzi, i suoceri, le antiche, familiari domestiche, quelli in cui scopro la Sicilia e la sicilianità di cui comincio col ridere e finisco con l'amare, riamata». Il protagonista è ancora una volta il suocero, il prefetto Vincenzo Adorno, uomo d'altri tempi che ormai in pensione si è trasferito con la moglie – la Prefettessa – e la fedele Concetta nella casa del figlio a Roma. La convivenza delle due famiglie, l'incontro-scontro tra i vecchi e i giovani, viene raccontato con vivacità e ironia in quella limpida lingua pisana, veloce e precisa, che fa della Adorno una scrittrice inimitabile. Un affresco di serena borghesia del dopoguerra, un lessico familiare che si compone di quadri e memorie collettive; e poi le estati alle pendici dell'Etna, il luogo dell'anima del prefetto, un fazzoletto di terra con la vigna e la casetta in pietra lavica, i riti familiari, le luminarie. Ma sono anche gli anni della vecchiaia e della nostalgia, il tramonto di un'epoca e l'ombra della morte che inevitabilmente si allunga.
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Nella puntata successiva a L’ultima provincia, l’Autrice ripercorre un lungo tratto della sua vita, dal suo stato di sposa, poi di madre e infine di nonna, avvincendo il lettore con un linguaggio che richiama atmosfere della Sicilia del secolo scorso, e punteggiando la quotidianità di siparietti familiari, ambientati nell’Isola e a Roma, popolati da figure singolari con i loro tic e comportamenti curiosi, a volte stravaganti. Un libro che, giunti alla fine, viene voglia di rileggere per gustare appieno la ricca prosa evocativa.
Caro Sellerio, grazie per averci dato la possibilità di leggere questa scrittrice fantastica, ironica, bravissima. Grazie.
Nel titolo 'Arco di Luminaria' è contenuta la forma finita di questi racconti, intessuti insieme a formare un romanzo: un filo teso da un punto all'altro della vita di Luisa Adorno con tante lucine appese, fatte brillare dalla sua scrittura. Mi sono appassionata al suo lessico leggendo 'l'ultima provincia' e torno a voler sapere di lei e della sua famiglia. Qui, come in una serie a puntate, ritrovo i racconti della vita romana, delle vacanze al mare, della casa etnea; stanze popolate dai suoceri, dai figli, dalle domestiche, i bracciati, gli amici e altri personaggi infilati come perline a comporre un gioiello più grande: una ghirlanda di luci, appunto.
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