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A mio parere un film difficile ma molto intenso, pieno di interessanti spunti di riflessione. Si tratta qui di una questione di emozioni, ho visto amici al cinema con me rifiutarlo solo perché non si è capito, è una reazione classica quella di sparare a zero su un opera perché non si capisce; in questi casi le cose sono due, o non si vuol far la fatica di approfondire o si teme di non essere all'altezza, e questa seconda ipotesi è quella che generalmente fa più paura. Uno di quei capolavori alla cui comprensione non basta una sola visione, da non perdere.
Mircea Eliade è già uno strazio su cartaceo. Trasposto su pellicola, poi. Solo la consueta menata dei fenomenologi della religione nel farsi un sincretismo tutto loro. Dall'"homo sacer" universale al newagismo. Insomma, un "Peggy Sue" con sovrabbondanza di melassa e di supponenza intellettuale. Fuori da ogni quota di sopportazione.
Fedelissimo al mediocre racconto di Eliade, il film di Coppola ne è quasi un'illustrazione: il regista si è praticamente limitato ad ampliare i risvolti spettacolari del racconto, per cui nel film trova piu' spazio rispetto al libro la caccia all'uomo da parte dei nazisti (ma erano piu' convincenti i nazisti di Indiana Jones...) mentre il ritrovato vigore sessuale del protagonista (il quale nel libro vi accenna in un paio di righe "arrossendo") si traduce qui in lunghe e meticolose scene di sesso (il pubblico, naturalmente, ringrazia riconoscente). Ma si tratta comunque di un film che sconcerta, una vicenda assurda costruita quasi come un collage di citazioni letterarie, filosofiche, storico-religiose. Insomma, è bello o è brutto? esito a pronunciarmi: per chi ha familiarità con Eliade e con il suo mondo "Un'altra giovinezza" rappresenterà tutto sommato un curioso e piacevole divertissement (c'è persino Giuseppe Tucci...), mentre lo "spettatore comune" rischia di rimanere sconcertato: non so, ad esempio, quanti sono in grado di prendere posizione sulla questione se la Chandogya Upanishad sia il primo testo indiano in cui compare la dottrina del Karma... (per carità, non che i "critici" si siano mostrati meglio preparati: forse spiazzati da un film che comunque si sottrae alla solita vanvera cinematografara, ne hanno scritte di tutti i colori: che si tratta di un film "di destra", che Eliade è un autore "new age" ecc. ecc.). Infine non pensate di ritrovare qui il Coppola de "Il Padrino", "Apocalypse now", "La conversazione": la messinscena qui è quella tipica del cinema d'oggi: luci perfette, costumi impeccabili, pochissima vita. Ottima l' interpretazione di Alexandra M. Lara , che gà fu la segretaria di Hitler ne "La caduta" : in un' epoca di bellone e di sciaquine, lei puo' ancora vantarsi di essere semplicemente una brava attrice.
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