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Al largo - Wyl Menmuir - copertina
Al largo - Wyl Menmuir - 2
Al largo - Wyl Menmuir - 3
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Al largo

Descrizione


Un romanzo scuro, inquietante, che parla di grandi temi incarnati nelle piccole cose, di un microcosmo abbandonato a sé stesso

«Vede che gli occhi sono cerei, sembrano gli occhi di una creatura che non vede e che non ha mai visto. È un pesce inerte, del tutto privo di vita, benché sia passato meno di un minuto da quando hanno issato la rete. Le sagome degli organi traspaiono da sotto la pelle, come ombre di quella carna esangue»

«L'orrore domestico di Menmuir ha lampi gotici alla Daphne du Maurier... Profondo e sconcertante, merità più di una lettura»The Guardian

«Per la creazione dell'atmosfera si merita un dieci pieno. Un autore da tenere d'occhio»The Indipendent

«Affascinante, evocativo e ambizioso nella forma»Financial Times

Timothy arriva da forestiero in un villaggio della costa per recuperare una casa abbandonata in attesa che la moglie Lauren lo raggiunga. La casa è appartenuta a Perran, un pescatore di cui nessuno vuole parlare. Farla tornare abitabile sembra un'impresa impossibile, eppure Timothy la affronta con energia, interrompendosi solo per correre e nuotare, come se la fatica in tutte le sue forme fosse la sua medicina per una malattia non detta, un modo per non pensare al passato prossimo. Anche intorno a lui aleggia un malessere indefinito: una serie di grandi navi abbandonate riga la linea dell'orizzonte. Varcarla è vietato. Al di qua, pochi pescatori celebrano ancora i loro stanchi riti tornando a terra con casse di pesci malati che un'autorità misteriosa compra in blocco e fa sparire. Solo Ethan acconsente a portare Timothy al largo, a spostare il confine, a sfidare la memoria e il presente in un luogo dove sembra che non possa esserci futuro per nessuno.
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Dettagli

2017
160 p., Brossura
9788845293719

Valutazioni e recensioni

2/5
Recensioni: 2/5
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erin
Recensioni: 2/5
Deludente

Non l'ho capito. Lento, personaggi nebulosi come le (poche) situazioni che si presentano. Persino il tempo in cui è ambientato sembra indefinito. Non è chiaro se i due personaggi principali facciano salti temporali o immaginino situazioni passate o future.

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Recensioni

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Voce della critica

"Al largo" è un enigma inquietante

Il libro dell’esordiente Wyl Menmuir trasforma le cospirazioni kafkiane con l’inquietudine di oggi

Non è facile scrivere una critica a un libro così enigmatico e giocato su stile e atmosfera, senza spoilerare. Mettiamola così: c’è un colpo di scena nel finale, per quanto ambiguo anche quello, che rimette in discussione tutto. Senza questo peso, proviamo a raccontare perché Al largo è così interessante. L’ambientazione è un paesino di pescatori della Cornovaglia, il cui mare è inquinato e sterile. Al largo, scheletri di enormi navi container abbandonate segnano un confine invisibile, oltre cui è vietato spingersi.
Tra gli abitanti ancorati a questo scenario scorrono il sospetto e la superstizione. Un uomo di nome Timothy, proveniente dalla città, acquista una casa disabitata: il precedente proprietario, Perran, è annegato in circostanze poco chiare. Se tutti gli abitanti osservano i movimenti di Timothy da dietro le tende, è Ethan, amico ed ex capitano di Perran, a sviluppare un’autentica ossessione verso l’estraneo. Da Wicker Man a Cane di paglia, la provincia britannica non ha mai visto di buon occhio chi arriva a disturbare la quiete apparente di una società chiusa.
L’esordiente Menmuir ha il merito di aggiornare questo sottogenere cospiratorio/kafkiano con le inquietudini di oggi: Brexit, paura dell’immigrazione, inquinamento e morte dei mari.

Recensione di Mario Bonaldi

 

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