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Abbiamo ancora bisogno della storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato - Serge Gruzinski - copertina
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Abbiamo ancora bisogno della storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato
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Abbiamo ancora bisogno della storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato - Serge Gruzinski - copertina
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Descrizione



Come suscitare ancora interesse per la storia, accusata di riportare tutto all’Europa e al suo passato?

Mediatore avventuroso quanto basta, consapevole - cinquecento anni dopo Colombo - della necessità di superare le colonne d'Ercole, di «aprire la storia europea». E mediatore spregiudicato quanto basta, disponibile a riconoscere - duecento anni dopo Hegel - «le virtù dell'anacronismo». - Sergio Luzzatto, Il sole 24 ore

Le narrazioni del passato europeo non ci dicono molto in merito alle radici del nostro mondo globalizzato. Lo stesso vale per le produzioni dell’industria dell’intrattenimento: dai videogiochi a sfondo storico alle serie televisive “in costume”, il passato riciclato propone raramente chiavi interpretative per comprendere il presente. Serge Gruzinski difende nel volume le ragioni di una storia capace di far dialogare passato e presente e il cui sguardo sia decentrato. Una storia globale, che ci invita a riconsiderare da nuovi punti di vista una tappa fondamentale per l’umanità: il Rinascimento. Attraverso la scoperta di altri mondi, gli orizzonti si ampliano, le idee cominciano a circolare, mentre iniziano ad articolarsi le prime reti commerciali mondiali. La storia di questo cambiamento illumina, attraverso numerose esperienze concrete, il presente multiforme in cui viviamo.
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Dettagli

2016
22 settembre 2016
176 p., Brossura
9788860308306

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Enrica
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Un libro fantastico, che spazia fra tantissimi argomenti. Ho molto apprezzato le sezioni dedicate all'opera lirica e al cinema russo. Per un artista, designer o creativo è una lettura imprescindibile per comprendere al meglio il mondo in cui ci muoviamo e soprattutto l'impegno che abbiamo nei confronti della storia quando ci approcciamo a una narrazione. Gli esempi offerti da Gruzinski sono un modo impeccabile per accostare le sue teorie a una visione tangibile e concreta del reale. L'ho letto perché lettura obbligatoria per un esame universitario, ma l'ho apprezzato tantissimo e sono grata alla mia insegnante per avermi fatto scoprire un volume così importante.

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Voce della critica

(…) Il volume di Serge Gruzinski (…) è dedicato al “senso del passato nel mondo globalizzato” ma non si tratta, come avverte l’autore, di un saggio storiografico, bensì di un pamphlet il cui obiettivo è quello di indicare alcune chiavi interpretative per provare a (ri)connettere i giovani europei – sempre più appiattiti sul presente e immersi in società multiculturali e globalizzate – con lo studio del passato. (…) Gruzinski non cerca né di offrire una lettura esaustiva dello stato dell’arte storiografico, né di assegnare alla world history il ruolo di avanguardia illuminata all’interno degli studi storici. Al contrario, non risparmia critiche all’impostazione accademica delle discipline storiche, sempre più parcellizzate in compartimenti stagni non dialoganti fra loro (…). Così, l’autore auspica il superamento dell’eurocentrismo mediante l’adozione di una prospettiva attenta a ricostruire le connessioni globali e, al tempo stesso, difende il ruolo storico dell’Europa dalle critiche degli studi culturali e postcoloniali (…). Per dimostrare che, nonostante le imponenti trasformazioni imposte dalla globalizzazione, la storia non ha perso la propria ragion d’essere, Gruzinski costruisce una complessa rete di connessioni facendo muovere le sue analisi da argomenti all’apparenza bizzarri: i dvd piratati di film asiatici venduti sulle rive del fiume Tapajos nello stato di Parà; i viaggi di scoperta di Zheng He e i film di Zhang Yimou; i documentari di Aleksandr Sokurov (…). In questo modo, Gruzinski riesce efficacemente ad abbandonare la teoria per passare alla pratica della storia globale, connettendo i diversi punti di vista locali in una trama narrativa che li interfaccia con una fitta pluralità di realtà esterne. Riuscendo, così, a superare “i muri che stringono la dimensione locale”: poiché, spiega l’autore, “è sufficiente che si sviluppino circolazioni in tutte le direzioni perché il territorio cessi di rappresentare l’eterno porto di origine, il luogo del ritorno obbligato, il cordone ombelicale da non recidere mai, perfino il santuario della purezza etnica”. Il tentativo di Gruzinski riesce ad essere efficace e convincente proprio perché dimostra che è possibile superare l’“accademismo convenzionale” ricorrendo alle letture offerte dalle molteplici culture contemporanee che “propongono (...) uno sguardo critico e costruttivo del quale più che mai abbiamo bisogno”.

Recensione di Federico Paolini

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Conosci l'autore

Serge Gruzinski

Insegnante di Storia dell’America iberica coloniale e Storia globale in Francia. Nel 2015 gli è stato conferito il Prix International de l’Histoire, considerato il premio Nobel di questa disciplina. Tra le sue pubblicazioni Abbiamo ancora bisogno della storia? Il senso del passato nel mondo globalizzato (Raffaello Cortina 2016) e La macchina del tempo. Quando l'Europa ha iniziato a scrivere la storia del Mondo (Raffaello Cortina 2018).

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