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Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
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Ops, per mia disattenzione, la mia precedente recensione riportava 5 stelle. No, no, merita una stella. Scrittura banale per una trama che poteva essere interessante.
La radici del romanzo sono in Giappone, legate all’evento catastrofico lo tsunami che ebbe luogo l’undici marzo 2011. Le conseguenze dello tsunami furono devastanti milione di persone morirono, finirono disperse e ferite. Dal romanzo: una giovane donna, Yui, viene risparmiata dall’onda devastante dello tsunami mentre la sua unica figlia viene ritrovata morta tra le braccia della nonna anch’essa priva di vita. Un giorno alla radio Yui sente la notizia che a Bell Gardia (distante 7 ore da Takyo) esiste una cabina telefonica che componendo il numero di telefono della persona scomparsa ci puoi parlare. Allora Yui decide di andare a Bell Gardia dove incontra Takeshi, che ha perso la moglie ed è rimasto da solo con la figlia di pochi anni. Fanno amicizia e… La scrittrice italiana, conduce il lettore nella prima parte del romanzo alla cabina telefonica, quindi legata ai sentimenti dei personaggi che vivono il lutto. E poi questo sentimento legato alla cabina telefonica che sembrava il filo conduttore a metà del libro cambia, e diventa una storia d’amore, scritta in modo superficiale e sbrigativo. La cultura giapponese è poco rispecchiata nei personaggi.
Yui è una trentunenne, conduttrice radiofonica, che nello tsunami dell'11 marzo del 2011, in Giappone, ha perso sua figlia e sua madre. I sommozzatori "le avevano trovate abbracciate, come una vongola chiusa" e si erano commossi. In Giappone sulla Montagna della Balena esiste, a picco sul mare, in un bellissimo giardino, un luogo. Bell Gardia, in cui è stata collocata una cabina telefonica detta del Vento, dove molte persone si recano per affrontare il dolore di un lutto e per mettersi in collegamento e comunicare con i propri defunti; è un telefono senza fili, e le parole scambiate con le persone che non ci sono più sono trasmesse dal vento. Yui per trovare pace si reca sulla Montagna "consapevole delle segrete corrispondenze, dei richiami e delle simmetrie che il mondo dei vivi intrattiene con quelli dei morti". Ed è a Bell Gardia che Yui incontra, l'altro personaggio del racconto, il medico Takeshi la cui moglie è morta e la figlia Hana, di tre anni, dopo la scomparsa della madre (vivevano in simbiosi) ha perso la parola. Yui e Takeshi incominciano a frequentarsi, ad interessarsi l'una all'altro, a parlare della loro angoscia e dolore. Per trent'anni, prima un giorno al mese, poi due volte all'anno si recheranno da Tokio al telefono del vento. Un viaggio di sette ore all'andata e sette al ritorno.
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