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Proposto per il Premio Strega 2020 da Lia Levi.
Uno straordinario caso editoriale, venduto in oltre 20 paesi.
«Laura Imai Messina riesce a raccontare il dolore e la rinascita con sensibilità e dolcezza.» - Michela Marzano
«Un romanzo avvolgente e misterioso, che sembra davvero fatto di vento: voci e storie arrivano come a folate. Per dirci - in una natura che si amana, maestosa e terribile - che la realtà non è solo quella che si vede.» - Paolo di Paolo
«Laura è bravissima a frugare tra le tasche interne del Giappone. Questa volta ha trovato un telefono e del vento e ne ha fatto un capolavoro! È senza dubbio la mia nuova scrittrice preferita!» - La Pina
«L'intercapedine che separa il mondo dei vivi da quello dei morti è sottile, a volte sottilissima. E Laura Imai Messina pare lo sappia perfettamente.» - Romana Petri
Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
Proposto per il Premio Strega 2020 da Lia Levi: «"Non c'è ferro che possa trafiggere il cuore con più forza di un punto messo al posto giusto." Mi scuso per la citazione (è di Babel) ma vi assicuro che mi si è veramente affacciata alla mente, mentre leggevo, con crescente emozione, il libro di Laura Imai Messina. La storia parte da un fatto reale. In un giardino situato all'interno di uno dei luoghi più colpiti dallo tsunami del 2011 (siamo ovviamente in Giappone) qualcuno ha installato una cabina telefonica che custodisce un vecchio telefono nero. Non ha fili questo telefono, è collegato con il nulla. È li però che affluiscono migliaia di persone ansiose di parlare attraverso quell'apparecchio con i propri cari scomparsi. Il loro messaggio sarà il vento a trasmetterlo. È da questo commovente fenomeno che Laura Imai Messina ha tratto ispirazione letteraria. Quando si tocca il tema delle cadenze del dolore e della "guarigione" dal dolore si sfiora sempre il rischio che possa uscire una sorta di manuale consolatorio in stile new age. Niente di più lontano dalla prova di finezza psicologica e grande scrittura che ha saputo realizzare questa autrice italo-nipponica. Ne è venuto fuori un testo schivo e poetico, dove la tragedia che ha colpito i due protagonisti e il loro risveglio alla vita, è raccontato attraverso piccoli tocchi incisivi del quotidiano che centrano l'obbiettivo molto più di una sia pur tragica visione di insieme. Imperdibile per "trafiggere" le scene con cui, attraverso rapidi flash ci viene presentato "il mostro", lo tsunami figlio dell'apocalisse che, al passaggio, fa strage indistinta di cose, persone e "voglia di vita" di chi ce l'ha fatta a scampare.»
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho preso questo libro principalmente per la mia curiosità riguardante il Giappone. I capitoli sono molto brevi e questo permette di riprendere la lettura il giorno seguente. Tuttavia, ho fatto fatica a proseguire la lettura: ad un certo punto ho trovato la storia abbastanza banale e scontata.
Una recensione non semplice per un libro che fa della delicatezza la sua caratteristica principale. E delicato dovrebbe essere lo stato d'animo di chi si appresta a leggere questo libro. La vicenda è semplice e ruota tutta intorno ad una cabina telefonica non collegata, realmente esistente nel Bell Gardia, a cui affidare pensieri e parole per chi non c'è più. La vicenda si intreccia con il tremendo Tsunami del 2011 e che tanto ha segnato il paese. I protagonisti troveranno la forza, anche grazie al Bell Gardia, di fare i conti con vecchie ferite e guardare di nuovo al futuro con occhi diversi. Libro molto consigliato.
Un libro ben scritto,forse un po' ripetitivo,non è semplice dare un giudizio su questa lettura...il tema affrontato è quello della capacità di elaborare un lutto... potrebbe essere d'aiuto a chi vive periodi particolari,possono trovarsi anche passaggi delicati da elaborare e fare propri...potrebbe essere di riflessione per chi lo legge in periodi di vita tranquilli...non so esprimere un giudizio di impatto con il lettore visto il tema trattato,con delicatezza e mai con pesantezza,ma si va sul personale... sicuramente fa riflettere,ma non è semplice da giudicare o consigliare!
Recensioni
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