Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Avevo grandi aspettative per questo libro che purtroppo sono state disattese. Nulla di particolare.
“Zucchero bruciato" è l’ esordio letterario di Avni Goshi. Convidere del cibo, dello zucchero in particolare, in India come in occidente, è un gesto d’ amore. Lo zucchero del titolo nuoce a Tara perché Tara sta perdendo la memoria. Sua figlia è Antara, il suo doppio, il suo opposto. Sì, perché non per tutte l’ essere madre è una scelta e non per tutte l’ essere figlie è una benedizione. Questo è un romanzo dalle immagini forti. E’ un romanzo sull’ incapacità di prendersi cura degli altri. La nostra è una società che spesso delega le responsabilità di cura, che spesso rincorre l’ efficienza e lascia indietro chi rallenta. Si tratta di una società che sta perdendo troppo di frequente la capacità di guardare amorevolmente ai bisogni altrui. Ci si può prendere cura di qualcuno se non si è capaci di aver cura di sé? Ci si può prendere cura di qualcuno che non si è preso cura di noi? Questi sono però i grandi interrogativi che sottendono a questa storia in cui tre generazioni di donne convivono tanto con il dolore che hanno ricevuto quanto con quello che hanno prodotto. Il latte per la piccola AnikKa, il latte che è nutrimento per eccellenza, potrà, probabilmente interrompere il continuo replicarsi della sofferenza e dell’ inadeguatezza, se la fine dell’ esistenza stessa non avrà troppa fretta di giungere o non sarà invocata.
Voto generoso
Dove affascinante? Dove delicato? La trama era interessante: una madre che in gioventù è stata una scapestrata non troppo interessata alla figlia, si trova ora ad essere malata di Alzheimer, accudita dalla stessa figlia con cui ha costruito negli anni un rapporto complicato e conflittuale. In realtà la storia è molto più incentrata sull'introspezione della protagonista che non sul sopracitato rapporto di amore-odio con la madre. Il tutto condito da una scrittura noiosa e descrittiva, a volte talmente cruda da essere volgare. Un libro pesante e deludente, l'ho finito a fatica.