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Definito il capolavoro dello scrittore irlandese, la storia riprende quella del racconto La storia segreta di una contessa irlandese: una giovane ereditiera che perde improvvisamente il padre viene affidata allo zio - che non ha mai conosciuto - fino al compimento della maggiore età. Tutto ok, penserete voi. No. Lo zio in questione vive isolato perché ha contratto parecchi debiti e per via di molto pettegolezzi su una strana morte avvenuta in una delle stanze della sua antica dimora. E la nostra cara e ingenua protagonista, Maud, va a finire proprio tra le fauci (e le sbarre) del disonesto Silas, in quest'avventura che la vede obbligata a trasformarsi da ragazzina a donna matura.
ma possibile che nessuno voglia ripubblicare questo testo? almeno renderlo disponibile in ePub.
Ques'opera è composta di quasi 600 pagine che ti tengono veramente incollato e che mai annoiano. Ambientazione gotica e psicologia dei personaggi(prettamente femminili)sono rese in una maniera che definirei sublime.Soprattutto quando l'autore descrive le inquietudini della protagonista nei riguardi del tetro ed enigmatico zio Silas...beh,come dire?...ecco io, da lettore, le ho vissute assieme a lei!!!Ho amato letteralmente Carmilla e il suo stile,ne "lo zio Silas" Le fanu si eguaglia degnamente confezionando una prosa molto molto curata.Ho letto che questo libro è stato scritto, ma ci ha messo degli anni prima di venire proposto.Mi chiedo come mai...forse non è per tutti,ma è sicuramente stupendo!!!
Recensioni
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L'irlandese Joseph Sheridan Le Fanu (1814-1873) è noto oggi soprattutto quale autore di ghost story, forse il massimo di lingua inglese dell'Ottocento: e lo statuto ambiguo dei suoi spettri, ombre o Doppelgänger sull'indecidibile crinale tra psiche e oltretomba, li rende beffardamente credibili anche in epoca postfreudiana. Talvolta, anzi, il gioco complice a "impazzire di paura" permette a Le Fanu di mischiare le carte: si pensi al celebre racconto Il fantasma di Madam Crowl, dove il solito rifrangersi di doppi vede apparire la stessa megera prima in un'orrida comparsata da viva e poi quale spirito inquieto: proiezioni, a pieno titolo, entrambe spettrali. Ma Le Fanu mostrò di sapersi muovere con scioltezza anche in un altro filone, quella sensation novel di cui pure contestò l'etichetta, e in cui il sovrannaturale non trova posto: e un esempio straordinario è Lo Zio Silas (1864), oggi per la prima volta proposto in Italia da Gargoyle.
Certo la sensation novel, articolata su cupi segreti e sconcertanti rivelazioni, insidiava l'ottimismo su una sana coesione della società almeno quanto i fantasmi di Le Fanu provocavano sulla capacità di quella medesima società (teologi compresi) di rapportarsi al metafisico. E, d'altra parte, i turbamenti della narratrice Maud, gli eventi paventati e sempre incombenti, le situazioni sospese in un'altalena di timori e sensi di colpa, gli stessi profili dei personaggi in azione hanno parecchio a che vedere con i fremiti dei racconti sovrannaturali dell'autore e in particolare del suo più celebre romanzo breve Carmilla, di cui troviamo anzi in questo caso una sorta di prefigurazione, sia pure in chiave di thriller tutto psicologico. Basti pensare alla prima apparizione della governante Madame de la Rougierre, sorta di spettrale gorgone emersa dalle ombre, e che nelle ombre alla fine sparirà; o all'inquietante personaggio che offre nome al romanzo, il magnetico ed estenuato zio cui la sorte di Maud è affidata da un padre severo quanto inaccorto (fratello e doppio speculare di Silas, come speculari sono le rispettive dimore).
Ma la dimensione degli spiriti non si consuma sul piano delle fantasie sovraeccitate di Maud o di una più generale inquietudine che ristagna attorno allo zio Silas. A differenza che nel primo gotico, dove il trionfo finale del bene si associava alla serenità di una lettura razionale, qui al chiarirsi dell'intrigo Maud, ormai adulta, confiderà: "Questo mondo è una parabola (…) la dimora dei simboli (…) dove i fantasmi delle cose spirituali immortali vengono mostrati in forma materiale. Possa essermi concessa la benedetta seconda vista che mi permetta di riconoscere, sotto queste splendide forme della terra, gli angeli che le indossano", a ricondurre a dinamiche più sottili e pneumatiche la vicenda del suo salvataggio. Al termine del suo cammino da adolescente insicura a donna matura, la protagonista sembra così ricapitolare in sé le convinzioni del padre e del suo doppio oscuro Silas riguardo alle dottrine di Emmanuel Swedenborg su tutto un mondo di spiriti avvertibili con la "seconda vista".
Ma, indipendentemente dall'inquietudine implicita in un mondo di fantasie che Le Fanu riprenderà nella nota raccolta In a Glass Darkly, del 1872 (dove il detective sovrannaturale dottor Hesselius spiegherà le vicissitudini dell'infelice reverendo Jennings proprio alla luce di Swedenborg, con l'inopinata apertura dell'"occhio interiore" per abuso di tè verde), Silas resta un personaggio allarmante. Forse, in assoluto, tra i più allarmanti dell'intera letteratura gotica, nel suo gioco obliquamente realistico di vittimismi e appelli ai valori, ostentate fragilità e mozioni d'affetto, ricatti morali e spregiudicatezza, in un tessuto psicologico che resta indecifrabile sino a una fine dietro il sipario, e oltre, nelle pacate meditazioni di Maud adulta sui misteri del cuore.
Se meritoria è la riscoperta di questo caposaldo del gothic-thriller, assurdamente trascurato fino a oggi dagli editori italiani, degna di nota in questo caso è anche la bella prefazione di Sandro Melani, tra gli studiosi nostrani di Le Fanu più competenti e appassionati (e già eccellente curatore di Carmilla per Marsilio nel 1999; cfr. "L'Indice", 1999, n. 9).
Franco Pezzini
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