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Hayek, grande studioso (premio Nobel per l'economia nel 1974) nato in una epoca difficile. Parente di Wittgenstein, unico oppositore a Londra di Keynes al quale contesta l'approccio modellato sulle scienze naturali, con semplificazioni artificiali necessari alla macroteoria per nascondere tutto ciò che conta veramente. Amico di Popper al quale è grato per aver dato un criterio per distinguere cosa possiamo e cosa non possiamo accettare come scientifico. La usa idea di "dispersione della conoscenza" nella pluralità di attori sociali, che riduce il compito dell'autorità, con la necessità della concorrenza. La conoscenza non appartiene a nessuno nella sua totalità, ma serve la "conoscenza di circostanze particolari di tempo e di luogo", dove i prezzi possono coordinare le azioni separate di persone differenti.E' meglio una conoscenza vera anche se imperfetta piuttosto che una conoscenza inesatta probabilmente falsa.Va combattuto lo scientismo, applicando per le scienze sociali il diverso oggetto delle azioni umane, i fini inintenzionali o non programmati (si ha a che fare con idee su idee). Le entità collettive non vanno confuse con i fatti, più proficue sono le concezioni e opinioni dei singoli, le credenze e gli atteggiamenti sono i dati delle scienze sociali. E' quindi contrario al c.d. costruttivismo (le istituzioni sono esiti di piani intenzionali), come diceva pure san Tommaso d'Aquino. Nel 1964 scrive individualism: true and false, quello falso è quello razionalistico che ha il rischio per lui di trasformarsi in socialismo o collettivismo.La soluzione migliore sta nel processo interpersonale di scambio delle opinioni, da cui emerge un sapere migliore. Servono regole che distinguano il meum e il tuum:i buoni steccati fanno buoni vicini.Trinità inseparabile è: legge, libertà, proprietà. "L'approccio individualista ai fenomeni sociali ci fa riconoscere le forze metaindividuali che guidano la crescita della ragione, L'individualismo è così una attitudine di umiltà".
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