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Libro notevole, ottimamente scritto e perfettamente calato nella mente e nelle aspirazioni di un trentenne italiano di oggi. Consigliatissimo!!!
Lo consiglio vivamente, scritto bene parla dei nostri giovani in questo particolare momento storico. Ho un ottimo ricordo della lettura, non di recente, e sto cercando il talento altro suo libro di successo.
Non avevo mai letto nulla di Cesare de Marchi. Incuriosito dalla trama di questo suo ultimo lavoro, “La vocazione”, ho preso il libro e l’ho letto. È stata una gradevole sorpresa: il libro è molto bello e mi è piaciuto molto. Tutto ruota intorno alla figura di Luigi, un giovane uomo con la passione per la Storia, una “vocazione”, da cui il titolo del libro, contro ogni circostanza avversa e contro ogni buon senso. Ma senza questa vocazione la vita era come “senza oggetto, non valeva la pena di essere vissuta". Di raro, sopravviene la tentazione dell’inerzia, ma è una tentazione fugace. Alla vocazione non si può resistere... Il libro è scritto molto bene: una prosa ricca, forbita senza però divenire leziosa. Certe espressioni, talune descrizioni, sono così compiute che si può dire che De Marchi ha fatto sua la lezione di Cechov che raccomandava che le descrizioni fossero tali da far vedere al lettore ciò che si descrive. E, di fronte a certi tramonti, alla pioggia, ai giardinetti di Genova… beh, è come essere lì. Talora la prosa assume il ritmo di una cantilena, ma ciò non dispiace; l’unica cosa che non mi è piaciuta è quell’uso di quei “congiuntivi sospesi” (facessero, andassero…) che proprio non digerisco, anche se sempre più stanno affermandosi nella nostra lingua. L’ultimo capitolo è bellissimo, quasi perfetto, ma se siete anime fragili rimandate la lettura: il gorgo in cui precipita Luigi è talmente vivido che rischia di trascinare giù anche noi…
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