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un libro molto adatto a chi si avvicina da novizio alla filosofia per le sue finalità didattiche e divulgative. Scritto bene, forse un pò superficiale nell'ultima parte relativa all'ampliamento del pensiero. Interessante anche la sintetica bibliografia proposta. Da leggere e consigliare in un tempo in cui è fondamentale tornare a riflettere.
Sono d'accordo con chi mi ha preceduto (Stefano). Il libro è molto interessante e, per uno come me (autodidatta), ha suscitato nuovi stimoli. Il maggior pregio è che è veramente semplice seguire l'esposizione dell'autore, anche perchè in alcuni concetti basilari, si ripete più volte, insomma non si perde il "filo del discorso"
Molto interessante per chi come me non ha mai approfondito l'argomento. Mi rendo conto che ero troppo immaturo per apprezzarla quando la studiai al liceo. Il libro riesce a essere molto scorrevole ed essenziale. Il suo maggior pregio, e credo fosse proprio l'obiettivo dell'autore, è quello di far venire la voglia al lettore di coltivare l'amore (filo) della saggezza (sofia). Consigliato a tutti.
Recensioni
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Luc Ferry, già ministro dell'educazione francese e docente di Filosofia all'Università Parigi VI-Jussieu, dopo aver tenuto un seminario assolutamente informale sulla storia delle idee ad alcuni ragazzi, figli di suoi amici, durante una vacanza, ha deciso di scrivere questo libro divulgativo per parlare di filosofia a un pubblico di non specialisti, dando spazio all'essenziale della storia del pensiero. è convinto, infatti, che la conoscenza delle grandi opere della tradizione non solo arricchisca la cultura e favorisca la comprensione di noi stessi e degli altri, ma semplicemente che ci aiuti a vivere meglio e con maggiore libertà. "Imparare a vivere, – scrive Ferry - a non temere i molteplici volti della morte o, semplicemente, ad andare oltre la banalità della vita quotidiana, la noia, il tempo che passa, era già il primo obbiettivo delle scuole dell'antichità greca". Per questo l'autore parte da un esempio di filosofia antica nell'Atene del IV secolo a.C., la scuola stoica di Zenone di Cizio che, sotto arcate ricoperte di affreschi, insegnava pubblicamente e gratuitamente a contemplare l'ordine del mondo e ciò che in esso vi è di divino, di perfetto. Insegnavano poi, gli antichi stoici, come l'idea di giustizia prenda a modello quell'ordine cosmico e spiegavano come dall'amore e dalla pratica della saggezza si potesse arrivare a non temere la morte, perché essa costituisce solo un passaggio, perché noi, sosteneva lo stoicismo, "siamo un frammento eterno del cosmos". E' stimolante il modo in cui Ferry in queste pagine riesce ad attualizzare, attraverso massime e formule di uso comune, anche i messaggi più complessi dei filosofi antichi e questo fa sì che il suo viaggio alla scoperta del pensiero prosegua più agevolmente.
Dopo gli antichi greci il racconto affronta altre quattro fasi storiche: la vittoria del cristianesimo sul logos stoico; la nascita della filosofia moderna con l'umanesimo prima e il cogito di Cartesio poi; l'era del pensiero postmoderno inaugurata da Friedrich Nietzsche, che "si sbarazza" del cosmos, dell'idea di dio e degli "idoli" della ragione; infine, il cammino della filosofia contemporanea dopo la "decostruzione" operata dallo stesso Nietzsche e, per la società e l'economia da Karl Marx, per il soggetto e la psiche umana da Sigmund Freud.
Nelle pagine conclusive, Ferry fa capire anche le proprie inclinazioni: a suo parere, oggi c'è ancora bisogno di una teoria filosofica che affronti i temi della morale universale, della riflessione sul sé, del senso della vita e della salvezza ultraterrena. Ma questa teoria, per superare i dubbi degli scettici e per non divenire a sua volta dogmatica, dovrà essere in grado di ampliarsi e essere sensibile ai contributi delle altre costruzioni filosofiche. E con questa idea di un "ampliamento del pensiero", fertile e aperta alle contaminazioni, Ferry si congeda dai lettori.
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