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scheda di Concilio, C., L'Indice 1993, n. 3
Una separazione coatta porta fatalmente anche a un incontro coatto: un atto di violenza, uno stupro. Nel violentare la giovane e bella donna bianca, Philipp ha voluto colpire "tre milioni di bianchi", in realtà questa vendetta non fa che gravare il carnefice di un peso tale da renderlo a sua volta vittima, non meno di quanto lo sia Jean Ryan. E non sarà un qualche senso di colpa a redimere Philipp, quanto invece il tormentato percorso che lo riavvicinerà ai bianchi. Con una tecnica che Itala Vivan nell'introduzione definisce "cinematografica", Maimane segue alternativamente le vicende dei due protagonisti e, allo stesso tempo, tratteggia con essenzialità i loro diversi mondi. Il mondo dei neri, dei locali dove si suona jazz e dei sobborghi. A tutti gli intellettuali neri, riunitisi negli anni cinquanta intorno alla rivista "Drum", è dedicato questo che Maimane definisce il "Grande Romanzo Sudafricano", quello che più volte essi avevano promesso di scrivere quando partecipavano alle feste "miste" dei bianchi. E nelle case dei quartieri residenziali si sposta quindi l'attenzione per seguire la fiera Jean Ryan, costretta ad abbandonare la sua gente perché ha scelto di tenere con sé la figlia di quella violenza. Alle umilianti prove che Jean si trova ad affrontare si affiancano le sorprendenti iniziative di Philipp che proprio in seguito a una di quelle feste "miste" vede pian piano andare in pezzi il rancore provato verso i bianchi. Il finale conciliatorio, che porta i due protagonisti a un nuovo incontro, non cancella n‚ l'onta subita da Jean, n‚ ciò che l'ha causata l'apartheid; ma, soprattutto, non contiene alcuna morale. La morale della favola è invece affidata all'epigrafe del libro, alle parole del Prometeo di Shelley e alla sua infelice condanna a dover meglio comprendere un atto che voleva essere di sfida.
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