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Anno edizione: 2019
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Figlio di un’attrice teatrale russa e di un imprenditore italiano, Valoti Alebardi ci conduce nel cuore di tenebra della Russia siberiana con una scrittura ipnotica e incapace di celare il suo stesso sgomento.
«Un reportage unico e pieno di umanità da una regione della Terra che sembrerebbe su un altro pianeta»
La vera pace di Dio comincia in qualunque punto a mille miglia dalla terra più vicina: una frase di Joseph Conrad che, un secolo dopo, pare riecheggiare in ogni singola pagina del moscovita Filippo Valoti Alebardi. Figlio di un’attrice teatrale russa e di un imprenditore italiano, Valoti Alebardi ci conduce nel cuore di tenebra della Russia siberiana con una scrittura ipnotica e incapace di celare il suo stesso sgomento: un Grande Nord, una terra sconfinata e sconosciuta, fatta di promesse di ricchezza mai mantenute e temperature disumane, distese di bianco a perdita d’occhio e città costruite rapidamente e altrettanto rapidamente dimenticate. Un (non) luogo che, teatro del Terrore staliniano, continua a rappresentare nell’immaginario russo una via di fuga per tutti coloro che – primo fra tutti il narratore – stentano ad adattarsi a modelli di vita più normali: da allevatori di renne che trascorrono mesi in tende perse nella taiga a cercatori d’oro che operano al di fuori della legge e dalla civiltà fino all’uomo che, cresciuto in un ex gulag, non è in grado di mettersi alle spalle i luoghi della propria infanzia nonostante attorno a lui non sia rimasto altro che macerie.Per raccontarci queste vite ai confini del mondo, Valoti Alebardi si è fatto ospitare in accampamenti primitivi e ha viaggiato a bordo di scalcagnati camion, lungo gli zimnik, strade di ghiaccio costruite nel letto dei fiumi che collegano durante l’inverno piccoli centri remoti del tutto isolati nei mesi estivi. Nel corso del libro il suo sguardo si fa progressivamente più empatico e capace di tenerezza regalandoci un orizzonte di bellezza unica e selvatica e uno scenario di coraggio e libertà assoluta.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Ho trovato questo libro sugli scaffali di un mercatino dell'usato. L'ho sfogliato e mi ha incuriosito, ma non mi aveva convinto. Non l'ho quindi comprato, ma l'ho "solo" preso in prestito in biblioteca. Alla fine la scelta è stata corretta. Di "possederlo" non mi interessa molto, dopo averlo letto. Orbene, si legge con piacere e molto velocemente, ma mi sembra una occasione mancata. Ossia l'autore, italo-russo, non va mai in profondità e resta in una superficie che non appaga appieno il lettore. Le vicende dei protagonisti alla fine sono sì mirabili, per la loro resistenza in condizioni estreme, ma alla fine ripetitive e non troppo interessanti. Con una conclusione sicuramente affrettata e che richiama le vicende politiche attuali che durante il racconto sono solo accennate. Personalmente avrei arricchito i diversi capitoli con degli approfondimenti (numeri, date ecc) per contestualizzare storicamente, socialmente, politicamente le persone intervistate, facendo virare un po' il racconto su un "saggio veloce". Per capirci, leggendo due pagine di Ryszard Kapuściński hai più informazioni, suggestioni, nozioni, piacere di leggerne 261 di Filippo Valoti Alebardi.
mi è piaciuto molto; splendido resconto di un'esperienza invernale in Siberia; molto interessanti i racconti degli incontri fatti dall'autore, molto bella la sua testimonianza di 'empatia' con le vittime dei crimini staliniani, dei gulag comunisti
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