L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
IBS.it, l'altro eCommerce
Cliccando su “Conferma” dichiari che il contenuto da te inserito è conforme alle Condizioni Generali d’Uso del Sito ed alle Linee Guida sui Contenuti Vietati. Puoi rileggere e modificare e successivamente confermare il tuo contenuto. Tra poche ore lo troverai online (in caso contrario verifica la conformità del contenuto alle policy del Sito).
Grazie per la tua recensione!
Tra poche ore la vedrai online (in caso contrario verifica la conformità del testo alle nostre linee guida). Dopo la pubblicazione per te +4 punti
Tutti i formati ed edizioni
Il risveglio al libero arbitrio, il passaggio sconvolgente della grazia, la necessità della caduta originaria, infine la violenza imposta per natura dal cielo all’uomo, paradossalmente equilibrata dalla violenza compiuta dall’uomo contro il cielo, nel breve intervallo di sogno fra le analoghe oscurità della nascita e della morte, questi sono i segni centrali della Vita è sogno. Segni soverchianti e intrattabili, che sembrerebbero impedire quella plasticità e individuazione nel particolare che sarebbero più tardi diventate il metro della invenzione teatrale. Eppure il dramma si articola con rapidità, irrimediabile, fra barbagli di immagini, nella cornice incantata di rupi e corti remote. Abbandonando ogni rigido schematismo allegorico, Calderón si serve della teologia come della suprema macchina teatrale, l’unica che gli può permettere di congiungere nella concettosità labirintica una vicenda irripetibile e irriducibile con un modello universale e atemporale legando cioè il puro teatro a una sorta di liturgia cosmica. Egli arriva a creare questo portentoso ibrido attraverso un uso «talismanico» della parola, che in lui ci appare sempre, secondo la definizione di Walter Benjamin, come un continuo «potenziamento romantico del discorso».
Così un’apparenza poetica inscalfibile, preziosa, suggella La vita è sogno, lo espone intatto da secoli a nuove letture e scoperte, forse come l’unico dramma che accetti e vinca la sfida di rappresentare in una sola immagine comprensiva l’intera estensione dell’esistenza. Pur nella puntigliosa fedeltà al testo e alla sua musicalità, la versione di Luisa Orioli riesce, come raramente accade, a essere di per sé opera di poesia.
L'articolo è stato aggiunto al carrello
L’articolo è stato aggiunto alla lista dei desideri
Siamo spiacenti si è verificato un errore imprevisto, la preghiamo di riprovare.
Verrai avvisato via email sulle novità di Nome Autore