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In dodici capitoli che alternano segmenti narrative a passaggi dialogati, Raffaele La Capria, intervistato dalla giovanissima Giovanna Stanzione, distilla la sua esperienza di uomo, letterato e romanziere.
Tanti i temi che queste pagine toccano: dalla costruzione della propria identità come uomo e come scrittore, alla conoscenza del mondo attraverso l'intuizione poetica e lo stupore della lettura; dal rapporto tra la nuova letteratura e la tradizione, ai romanzi amati; dalla falsa buona letteratura, ai libri riusciti e non riusciti; alla funzione della letteratura come memoria, al suo ruolo nel mondo contemporaneo; dalla "ferita" che origina la vocazione letteraria, alla morte di uno scrittore; dalla scena letteraria italiana di oggi, ai suoi mutamenti nel tempo. Ne emerge un ritratto diverso di La Capria, messo a confronto con il passaggio del tempo, con i cambiamenti e le similitudini del presente. ma anche il ritratto di una generazione, quella dei giovani scrittori che si affacciano sulla scena letteraria contemporanea, che passa attraverso la frantumazione dell'identità, l'angoscia della realizzazione di sé, lo sdoppiamento, fino al grido di liberazione che afferma la propria esistenza.Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Un libro che non è una intervista, ma il pretesto per tirare fuori la vocazione e il senso dello scrittore, nello sfondo di una natura prepotente (Napoli bisognerebbe parlarne e non esserne parlati) e nella manutenzione della propria privata memoria, abitando la lingua. Più suggestioni: un libro è un ponte gettato anche al nostro interno, tra il nostro io passato e quello di ora,che si può percorrere in entrambe le direzioni: un libro può mettere radici dentro di noi, insomma un piccolo caos, Uno scrittore deve sapere che nessuna parola gli arriva innocente. La differenza sta in tutto quello che è o può essere, che distingue uno scrittore da ogni altro . Insomma «c’è chi vede e chi crede di vedere» Rimbaud, ma lo scrittore è colui che non si illude. Per l'A. sembra che scrivere sia come si fa un tuffo: per farlo il meglio possibile e basta. Si respirano gli scrittori tra gli anni '30 e '50: sofferenti e creativi.
Molto delicato, commovente, una piacevole boccata di ossigeno e una lezione di vita e d'amore da un quasi centenario dal cuore giovane. Nato come dialogo tra due scrittori, dietro il quale si cela il confronto tra due generazioni, questo libro è assolutamente apprezzabile anche dai non addetti ai lavori. Caldamente consigliato.
Recensioni
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