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(recensione pubblicata per l'edizione del 1988)
recensione di Revelli, M., L'Indice 1988, n. 5
"Quale che sia, ecco il nostro lavoro, opera di sei autori in cerca di mille personaggi. La storia si svolge in Francia nel secolo XIX. All'alzarsi del sipario un singolare duetto: Rivoluzione francese e 'home' inglese. Entrano gli attori: la famiglia e gli altri. La scena: case e giardini. In ultimo, le quinte segrete e intime dell'individuo solo". Così scrive Michelle Perrot, la curatrice, nel presentare il IV volume della articolata "Histoire de la vie privèe" diretta da Ariès e Duby (I volume, "Dall'impero romano all'anno mille" a cura di P. Veyne; II) "Dal feudalesimo al rinascimento", di G. Duby; III) "Dal Rinascimento all'Illuminismo" di Ariès e R.Chartier ; V) "Il Novecento", di A.Prost e G.Vincent). Vi è ricostruita, attraverso un abile collage di saggi, quell'"età aurea del privato" che fu appunto il XIX secolo, "in cui si precisano parole e cose e le nozioni si affinano". Se infatti era stato il Settecento il periodo di effettiva fondazione della distinzione tra pubblico e privato; l'epoca in cui il primo si era venuto definitivamente identificando con lo Stato, ed il secondo conquistando dignità di sfera autonoma e positiva, fu in realtà l'età rivoluzionaria e post-rivoluzionaria quella che diede plasticità e spessore alla cesura. Che tracciò i profili delle due sfere e rivelò l'implicita drammaticità del rapporto. Cosicché il discorso non può non partire dall'89, dal grande sogno rivoluzionario di una trasparenza totale nei rapporti umani, di una ridefinizione dell'intimità dell'uomo (l'"uomo nuovo") costruita pedagogicamente dall'esterno, e dal suo fallimento. S'incomincia infatti da "La vita privata durante la rivoluzione francese" (L. Hunt), per passare però subito alla parallela formazione del concetto di privacy domestica inglese ("Dolce casa", di C. Hall), e all'irrompere di quel grande protagonista della vita privata e pubblica ottocentesca che fu la famiglia, con "le sue figure e le sue prime parti, i suoi riti, i suoi intrighi e i suoi conflitti (si vedano i saggi di Perrot su "Figure e compiti" e di A.M.Fugier su "I riti della vita privata nella borghesia". Si giunge poi, ovviamente, alla dimensione dello spazio, alla casa - così cruciale nella strutturazione del privato - con la sezione "Scene e luoghi" (P.Perrot, R.H.Guerrand), per approdare, infine, al vero protagonista della sfera privata, all'individuo colto nella sua dimensione più intima ("Dietro le quinte"), con le sue debolezze e fragilità, passioni e interessi, di cui A.Corbin traccia un efficace repertorio e formula una brillante classificazione per "tipi".
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