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Anno edizione: 2022
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«Se al posto dei miei genitori avessi avuto dei soggetti in vista, tipo Aristotele Onassis e Maria Callas, forse, da privilegiato, mi sarei vergognato per un atto di vanità. Ma io non sono figlio d'arte, sono figlio d'artri. Papà era un vetrinista e mamma era una casalinga. Avevo fatto gol al Civitavecchia e al Rieti. Non al Liverpool e al Bayern Monaco.»
Quante e quali peripezie deve superare un ragazzotto qualunque di Monteverde, nella Roma fertile e cinica degli anni sessanta e settanta, per diventare l'uomo che sogna di essere? Come si possono trasformare le passioni frenetiche di un teenager in un mestiere che sia concreto, tangibile, che non dia motivo di preoccupazione a due genitori pragmatici? Sono queste le domande che si pone un Pino Insegno alle prime armi, quando anche il sogno di diventare calciatore della Nazionale azzurra va in frantumi. A quei tempi lavorare con la voce significa doppiare i film porno, per lo più. Sono anni precari, spesi alla ricerca di un equilibrio complicato – eppure necessario – fra il senso della realtà e il bisogno di vertigine. Pino sente che può e che deve arrivare lontano. Lo attendono le porte in faccia, i troppi no. E imparare a trasformare un no in un sì è, in fondo, ciò che ti separa dal nome in stampatello sulla porta di un camerino del Sistina, dallo studio dei labiali di Harrison Ford o di Mickey Rourke, dagli applausi di chi paga il suo bel biglietto al botteghino. E poi, una volta che il vento cambia direzione, ci sono i rapporti umani di sempre da salvaguardare, quelli del bar di quartiere o del calcio di provincia. Ti imponi piccoli e grandi traguardi: è essenziale restare se stessi quando si è a pranzo a casa Tognazzi gomito a gomito con Vittorio Gassman, o a cena in una pizzeria con Viggo Mortensen; e ci sono le persone che hanno creduto in te e che hanno influenzato la tua carriera (perciò la tua intera esistenza) a vigilare: Pietro Garinei, Gianni Boncompagni, Giancarlo Magalli, Maurizio Costanzo. Le semplici amicizie che divengono dei punti di riferimento: Francesca, Roberto e Tiziana. I punti di riferimento che divengono semplici amicizie: Massimo Troisi, Pino Daniele e Floyd "Red Crow" Westerman. Pino Insegno racconta la propria vita onestamente, attraverso i molti incontri fugaci e le relazioni durature che l'hanno segnata, le delusioni e i grandi momenti di gioia, lo stacco fra il tentativo di essere un buon figlio e il tentativo di essere un buon padre, alcuni amori passeggeri e un solo unico amore definitivo che li ha spazzati via.
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