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Guardarsi indietro equivale mettere mano ad una confessione. Tornare con la mente a ciò che è stato sgrava alcune pene e gonfia taluni dispiaceri. Il passato parla, getta ombre e fa chiarezza. I ricordi sono la testimonianza della nostra eredità, finanche di quella emotiva. L'esistenza sarebbe poca cosa senza un prima. Il passato rappresenta anche un'educazione sentimentale a cui ci si aggrappa per comprendere come portare avanti alcuni fatti che richiedono un'analisi più approfondita. La memoria aiuta ad allineare i sentimenti a venire, a stirare alcune grinze stropicciate da disaccordi o da sentimenti che condizionano la vita stessa. I ricordi sono asole. Ad ogni immagine, ad ogni parola, corrisponde una reazione. Anche il silenzio fa parte della conquista della propria quotidianità, minata da pensieri soffocanti. Quest'ultimi sanno essere la voce graffiante di una teatralità a luci spente. Ci sono cose che non sempre vanno per il verso giusto, è la vita. Alcuni punti restano tali, altri diventeranno un fiume. Ad attraversarli si perde qualcosa: forza, speranza, sogni. Ci si deve buttare nel passato. Fa male, certo, ma serve. In questo modo metti a tacere la confusione che ti agita quando quello che è successo prima perde pezzi per la poca cura che abbiamo avuto di noi stessi. Alcuni passaggi della nostra esistenza posso essere fastidiosi, pessimi, brutti. Eppure, sono la base di quelli che portano bellezza. In Una vita non basta L'età della consapevolezza di Claudio Gattini segui i passi di Francesco. È un uomo ormai anziano che ricorda la sua vita attraverso un diario. Il quaderno è stato scritto tra i primi del Novecento e il secondo dopoguerra. Sono anni complicati, difficili da vivere. Francesco allarga la sua esistenza a quella della sua famiglia. La povertà, i matrimoni, le leggi razziali del 1938, le due guerre mondiali, hanno segnato i ricordi. Eppure, si corre avanti per entrare nei travagli della quotidianità.
un diario di ricordi ben strutturato. Leggendolo mi sembrava di sentir parlare mio nonno che adesso non c'è più. L'amicizia ed i legami profondi e solido che ci sono in questo libro sono bellissimi nonostante il difficile periodo storico. L'opera, inoltre, è ben scritta e scorre bene pagina dopo pagina. Consiglio!
Francesco Rescazzi, classe 1891, era il secondogenito di 4 figli, racconta, sotto forma di diario, la sua vita e quella dei suoi cari, facendo vivere al lettore le delicate vicende a cavallo tra le due guerre mondiali. Inutile dire che gli eventi politici, economici e il particolare momento sociale che caratterizzano il tumultuoso periodo incideranno in maniera profonda sulla vita del nostro protagonista e quella dei suoi affetti più cari. Tra colpi di scena, segreti, vere e proprie lotte alla sopravvivenza e ahimè vite spezzate, questo romanzo vi trascinerà con sé generando una baraonda di intense emozioni. L’autore è molto dettagliato, la scrittura è scorrevole, le descrizioni rispecchiano con precisione la cornice storica in cui Francesco vive la propria esistenza. Nulla è lasciato al caso, i personaggi sono tutti ben caratterizzati. Alcuni si ritroveranno ad affrontare vicende traumatiche e riusciranno a sfuggire e dominare la loro sorte, altri saranno più sfortunati. Quel che è certo, è che ognuno vi catapulterà nel suo mondo, lasciandovi vivere con empatia le loro sensazioni, gioie, dolori, delusioni. Era un’altra epoca, dove la vita la stentavi davvero, faticavi per mettere un pasto caldo a tavola. Un’esistenza spesso dolorosa, ma certamente genuina. Nel corso della lettura ho ricordato alcuni racconti dei miei nonni, loro, come Francesco hanno vissuto quel periodo e lo ricordano con dolore. Un personaggio che ho particolarmente apprezzato è Alfredo, un uomo che ha perso tutto e che ha vissuto dolori troppo grandi da sopportare. L’ho stimato, amato, ho sofferto e pianto con lui e sua figlia, che subisce torti che non auguro ad alcuna donna. Quello di Claudio è un romanzo che ci racconta la vita di gente comune, spesso delusa dalle scelte dei più potenti e costretta a subire lo scotto delle decisioni altrui. C’è. Hi si ribella con forza e chi sottosta con rassegnazione. Eppure, come dice sempre mia nonna: i buoni e i cattivi stanno dappertutto.
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