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La puntuale e documentata introduzione di Adriana Chemello alla “Vita di Vittoria Colonna” di Isabella Teotochi Albrizzi descrive quale fosse il rilievo del salotto letterario “nella società veneziana elegante e raffinata di fine Settecento”, aggregante artisti, dotti ed eruditi accomunati “da una fervida curiosità intellettuale, da un forte desiderio di confronto, dialogo e incontro”. Animatrici di tali salotti erano spesso figure femminili colte e intelligenti, nobili e di notevole spessore spirituale. Tra di loro, Isabella Teotochi Albrizzi (definita “la Divina” e “Adriatica Dea”) aprì nel 1782 la sua signorile dimora con impareggiabile ospitalità, invitando nomi illustri italiani e stranieri (tra gli altri, Cesarotti, Pindemonte e Foscolo, di cui fu “dolce amica”) e favorendo incontri, ricche conversazioni, relazioni politiche, collaborazioni artistiche, talvolta curiose polemiche. Isabella fu anche scrittrice: pubblicò alcuni “Ritratti” che ebbero una notevole circolazione editoriale, e la biografia di Vittoria Colonna che qui le edizioni pistoiesi Petite Plaisance offrono in lettura. L’opera si basa sulla documentazione di una precedente “Vita” scritta da Giambattista Rota, e come quella è impostata su una descrizione cronologica degli avvenimenti biografici della poetessa cinquecentesca, con l’aggiunta di qualche “enfatizzazione encomiastica” e di alcuni approfondimenti su episodi trascurati o volutamente censurati delle sue vicende sentimentali, come l’intensa amicizia con Michelangelo Buonarroti. L’omaggio che Isabella Teotochi Albrizzi rende alla figura di Vittoria Colonna, non è solo dovuto all’esemplare condotta matrimoniale e vedovile di lei, ma soprattutto ai suoi «versi bellissimi che apertamente dichiarano di quanto ricca, ed eletta supellettile fossero adorni il suo intelletto, e la sua fantasia», nell’esplicito desiderio di confrontarsi con un modello ritenuto insuperabile.
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