«Entusiasta e inesperto, non sapeva che ai cannoni ci s'avvicina solo di fianco.»
«Nella guerra tra Austria e Turchia del 1716, il visconte Medardo di Terralba viene colpito da una cannonata turca in pieno petto e torna a casa dimezzato. Questo truculento inizio dà l'avvio a una fiaba cadenzata come un balletto, nella quale attorno al mezzo-visconte si muovono e s'affannano sudditi più dimezzati di lui. È una fantasia paga del fuoco di fila delle sue trovate, questa di Calvino, o una pensosa allegoria della condizione dell'uomo contemporaneo sempre "alienato", mutilato, impossibilitato a raggiungere l'integrità, la completezza?» (Italo Calvino)
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Ottimo come primo approccio all’autore. Romanzo breve ma capace di suscitare spunti e riflessioni.
L'avversione verso il protagonista è stata molta, troppa per riuscire a godersi la storia. Ho comunque intenzione di continuare a leggere Calvino.
Un libro meraviglioso.
L’importanza dell’equilibrio e dell' unione delle parti (senza far prevaricare l’una o l’altra - la buona o la cattiva). “Ricongiungersi” (come accaduto al visconte) consente di ottenere risultati “positivi” ed una “vita migliore” per se e per gli altri (cosa che la “separazione” delle parti non avrebbe mai potuto garantire). Essere consapevoli di cosa “ manca” per sentirsi “completi”. Questi ed altri spunti di riflessione. Da leggere, davvero bello.