"Il viaggio che questo libretto descrive fu per me assai piacevole e fortunato. E dopo un inizio maldestro, ebbi la sorte dalla mia fino ala fine." Così Stevenson esordisce nel raccontare questo singolare viaggio compiuto nell'autunno del 1878, in 12 giorni, attraverso le Cévennes, nel sud della Francia. Un viaggio davvero avventuroso, fatto a piedi, insieme ad un asino, con bivacchi sotto le stelle e incontri insoliti, in un paesaggio dagli ampi spazi e dai grandi silenzi, con la costante presenza del ricordo della rivolta dei Camisardi, gli intransigenti ugonotti, ribelli al re di Francia. Il viaggio occupa, nella breve e tormentata vita di Robert Louis Stevenson (1850 - 1894), un ruolo emblematico, strettamente intrecciato alla ricerca letteraria. Stevenson infatti è uno dei pochi scrittori ad aver concepito il viaggio come avventura, e ad avere di conseguenza cercato di costruire dei resoconti che trovassero nella lingua stessa la capacità di restituire al lettore le sensazioni e le impressioni provate dall'autore nel momento stesso del viaggiare. Nella sua opera non sono presenti solo alcuni personaggi memorabili, come i protagonisti di "L'isola del tesoro" o "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", fortemente segnati dall'alterità di bene e male, vi è anche questo curioso intreccio di vita e libri, viaggi e resoconti.)
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