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Gli storici del Medioriente non tengono nel dovuto conto i modelli letterari che hanno costruito, con il trascorrere dei secoli, la categoria medesima di Medioriente. Viaggiatori illustri non sono mancati, il viaggio in Terra Santa è per la cultura italiana un antico genere letterario, a partire dal celebre Itinerarium petrarchesco fino al viaggio di Santo Brasca. Petrarca, in verità, compose la sua breve opera nel 1360 senza muoversi da casa, convinto com'era che omnia ex Evangelio nota sunt . Più nutrita la compagine di viaggiatori provenienti dal mondo anglosassone, non meno animati da profonda antipatia per Plinio e per San Paolo: "Pare impossibile riuscire a scovare un posto che sia mio e solo mio: immancabilmente, viene fuori che San Paolo c'è stato e che Plinio lo menziona".
A scrivere così è il grande Mark Twain nelle pagine dedicate alla Galilea del suo viaggio in Terra Santa, tappa obbligata di uno dei suoi capolavori, Gli innocenti all'estero (1869). Estrarre da quell'ampio volume le vivacissime pagine sui luoghi delle Scritture è stata una brillante idea di una piccola casa editrice, che ha affidato la cura del volumetto a un abile e raffinato curatore. La traduzione è esemplare, la ricchezza di informazioni contenute nel saggio introduttivo colpisce il lettore per la varietà di riferimenti a una vasta bibliografia. È soprattutto lo stile ironico di Twain a colpire, per la sua modernità e per la sua lungimiranza. Al pari di quell'altro straordinario viaggiatore in Medioriente che fu Chateaubriand, Twain dipinge lo scenario di una realtà geografica oggi precipitata nel gorgo di una guerra infinita. Il fascino per l'esotico, celebrato dalla tradizione romantica, rimane qui ai margini. Twain rimane pur sempre il grande narratore che, per altre vie, conosciamo. Ed è significativo che queste sue pagine siano state a lungo dimenticate nel Novecento, anche italiano, che fu attratto dall'esotismo, ma ignorò Twain. I viaggiatori tardoromantici, anche italiani, sceglieranno altre destinazioni per soddisfare la loro sete di assoluto. Così Guido Gozzano, così Edmondo De Amicis. Il romanticismo decadente, in fuga dalla società borghese, avrà altre mete: l'India, Istanbul, il Marocco, non la Palestina.
Corazzol spiega molto bene che la caratteristica di queste pagine consiste nello scarto quantitativo fra le dimensioni degli orizzonti americani e la miniatura della Palestina. Il divario quantitativo è a fondamento della letteratura del paradosso e dell'ironia, elementi tipici della narrativa anglosassone. Il viaggio è un ridimensionamento delle immaginazioni infantili, il mare di Galilea spiegato a un pubblico abituato allo Hudson, ai grandi laghi e al Mississippi: "Le due Palesatine - scrive Corazzol - richiedono un assestamento: Twain scelse il più agevole, quello che faceva coincidere la realtà all'immagine infantile, acquietando la realtà nella citazione". Oggi che il cannocchiale si è capovolto e le maxi dimensioni di un conflitto insanguinato annullano le miniature e i dettagli, la grande letteratura di viaggio offre una sponda di serenità ai viaggiatori non sempre innocenti che osservano quel mondo carico di storia e di tradizioni.
Alberto Cavaglion
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