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Anno edizione: 2013
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Un libro concepito in origine come un tributo al settennato di attività in Quirinale del presidente Giorgio Napolitano ma che è diventato, in seguito alla vicende politiche italiane degli ultimi mesi, una vera e propria mappa concettuale attraverso cui comprendere il pensiero politico dello statista Napolitano, ma anche il pensiero etico dell’uomo, in un percorso che lo ha visto rieletto al Quirinale per un secondo, inatteso, mandato. Una lunga e articolata intervista attraverso cui il Presidente ripercorre tutti i momenti più importanti del suo mandato, dalla prima uscita ufficiale a Ventotene il 21 maggio 2006 in occasione della celebrazioni del ventesimo anno dalla scomparsa dell’europeista Altiero Spinelli, fino al pellegrinaggio a Sant’Anna di Stazzema il 24 marzo 2013, luogo di una delle più feroci stragi naziste e momento finale del suo primo mandato di presidente. In mezzo, e oltre, la storia di un uomo che, eletto al Parlamento italiano nelle fila del PCI a 28 anni, ha vissuto in prima persona i cambiamenti epocali del vecchio secolo e la crisi sistemica del nuovo millennio.
A condurre l’intervista, incentrata principalmente sull’Europa e sul ruolo dell’Italia nel mondo, un noto giornalista e scrittore, Federico Rampini, che da sempre ha dimostrato di essere un osservatore distante e imparziale della situazione europea. Il suo sguardo critico, nella prospettiva dell’intellettuale che ha lasciato da molti anni l’Italia per vivere negli Stati Uniti e in Estremo Oriente, fa da pungolo alla narrazione del presidente Napolitano, che viene stimolato con grande intelligenza sugli argomenti caldi della politica italiana e internazionale, a cominciare dalla crisi finanziaria e politica.
Una congiuntura economica determinata dal nuovo scenario mondiale, ma anche e soprattutto una gravissima crisi istituzionale, che ha visto sgretolarsi negli anni l’idea di Stato-Nazione come l’idea di Stato-Apparato, il concetto di democrazia come quello di legittimità del potere. Una crisi che ha di fatto comportato lo svuotamento degli organi istituzionali delle proprie funzioni precipue, impedendogli di assolvere al loro ruolo imprescindibile: la determinazione dei valori e degli obiettivi cui la società è rivolta. All’interno di questo vuoto, oltre la crisi e oltre le derive populiste che stanno emergendo in tutta Europa, il presidente Napolitano, con fermezza ma anche con la sua straordinaria passione, mostra La via maestra da percorrere. È necessario pretendere, spiega il Presidente, un impegno straordinario da parte di tutti gli attori sociali, che dovranno darsi da fare non solo per uscire dalla crisi, creare lavoro e valorizzare il capitale umano, ma anche, e soprattutto, per recuperare una rinnovata consapevolezza del ruolo insostituibile dei poteri pubblici. La sfiducia dilagante da parte dei cittadini nei confronti della politica può e deve essere superata riformando gli strumenti di partecipazione democratica, i partiti e le istituzioni rappresentative. Ripercorrendo gli anni più difficili della storia istituzionale italiana, dalla crisi del 1948, quando gli schieramenti politici videro l’insorgere della guerra fredda, fino al terrorismo e la crisi petrolifera degli anni Settanta, Giorgio Napolitano rilegge la storia attuale e trova nel rilancio delle istituzioni la chiave di volta di questo oscuro periodo italiano. Bisogna recuperare, prosegue il Presidente, il ruolo alto e nobile della politica, attraverso un’effettiva dedizione all’interesse generale da parte di una classe dirigente che dovrà tornare ad essere illuminata. Un auspicio ma anche un impegno da parte dell’uomo che più si è speso in questi ultimi anni per mantenere alto il profilo istituzionale del Quirinale e per difendere i valori professati nella Carta costituzionale.
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