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L’Anonimo russo che racconta le sue vicende in questo libro è uno strannik – un contadino che, fisicamente inadatto alla vita dei campi e spinto da un forte impulso religioso, abbandona il suo paese e si dà a una perpetua vita errante. Centro di essa sarà la sua scoperta della preghiera esicastica. Solitario per le strade della Russia, accompagnato soltanto da un libro che determinerà tutta la sua esistenza, con un tozzo di pane secco e il suo prezioso salvacondotto, l’Anonimo russo ritrova, brancolando, testardo nel suo desiderio, una via mistica che ha una tradizione immensa e antica, vero segreto della Chiesa d’Oriente. Si tratta appunto della preghiera esicastica, cioè di una certa pratica della ’preghiera interiore ininterrotta’ illustrata nel libro che il pellegrino porta con sé, la Filocalia, vasta raccolta di testi mistici che va dai primi Padri del Deserto ad alcuni grandi teologi bizantini. Tale preghiera, fondata su una sottile teoria della respirazione e della «custodia del cuore», è l’unica pratica occidentale che si possa confrontare con lo yoga indù – un Oriente occultato, che il mondo slavo ha per secoli nutrito in sé. Senza ausili di cultura e senza il controllo costante di un maestro, l’Anonimo sperimenta su se stesso, passando per tutti gli stadi, dalla desolazione al rapimento, il potere sconvolgente della semplicissima «preghiera di Gesù». Tutta la sua vita ne è progressivamente trasformata e la testimonianza che egli ne ha lasciato nella Via di un pellegrino ci appare come uno dei più ricchi «viaggi mistici» che conosciamo. Alla straordinaria immediatezza e precisione nel descrivere le proprie esperienze nel regno della preghiera esicastica, l’Anonimo unisce poi una naturale freschezza di narratore: come un inconsapevole Gogol’, egli ci rivela i tratti della perduta vita popolare e provinciale russa attorno alla metà dell’Ottocento, di cui egli stesso è uno dei personaggi, un innocente che sa aprire a una a una le porte di un sapere prodigiosamente intatto.
La Via di un pellegrino fu pubblicata per la prima volta a Kazan’ verso il 1860.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
In questo scritto si narra la storia di un pellegrino e della sua ascesa verso la pregheria perenne;nella sua forma scritta riesce a conservare intatta la forza del racconto orale riuscendo a conservare intatta "l'anima" dello sconosciuto pellegrino.
Un libro che tutti dovrebbero leggere: cristiani e non, ma soprattutto cristiani... I 4 racconti originali del "Pellegrino" appaiono sono qui (secondo me) nella migliore edizione che ha il suo punto di forza nell'ottima antologia finale di testi mistici (certo, c'è qualche termine della traduzione che è veramente obsoleto: "birroccio" per intendere "carro"!!). Buonissima anche l'idea di inserire la prefazione originale alla seconda edizione ottocentesca dei "Racconti", che spiega da dove vengano e chi li abbia scritti... Questo documento per me si comprende meglio se lo si confronta con l'articolo "L'ESICASMO - YOGA CRISTIANO" del monaco e metropolita ortodosso Anthony Bloom* e con "TECNICHE DI RISVEGLIO INIZIATICO" di Tommaso Palamidessi, edizioni Mediterranee. [*A.Bloom, “L’ésychasme, yoga crétien” Pubblicato sulla rivista : Yoga, science de l’homme intégral, edizioni Cahiers du Sud, Parigi, 1953, pp. 177-195, Prima traduzione italiana : “L’esicasmo, yoga cristiano: i centri sottili dell’essere umano e la preghiera segreta nella tradizione del Monte Athos”, edizioni Rocco, Napoli, 1959 (Napoli : Tip. Adriana). In attesa che sia ristampato o che lo mettano su internet, si trova solo nelle biblioteche...]
Recensioni
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L'Anonimo russo che racconta le sue vicende in questo libro è uno strannik un contadino che, fisicamente inadatto alla vita dei campi e spinto da un forte impulso religioso, abbandona il suo paese e si dà a una perpetua vita errante. Centro di essa sarà la sua scoperta della preghiera esicastica. Solitario per le strade della Russia, accompagnato soltanto da un libro che determinerà tutta la sua esistenza, con un tozzo di pane secco e il suo prezioso salvacondotto, l'Anonimo russo ritrova, brancolando, testardo nel suo desiderio, una via mistica che ha una tradizione immensa e antica, vero segreto della Chiesa d'Oriente. Si tratta appunto della preghiera esicastica, cioè di una certa pratica della 'preghiera interiore ininterrotta' illustrata nel libro che il pellegrino porta con sé, la Filocalia, vasta raccolta di testi mistici che va dai primi Padri del Deserto ad alcuni grandi teologi bizantini. Tale preghiera, fondata su una sottile teoria della respirazione e della «custodia del cuore», è l'unica pratica occidentale che si possa confrontare con lo yoga indù un Oriente occultato, che il mondo slavo ha per secoli nutrito in sé. Senza ausili di cultura e senza il controllo costante di un maestro, l'Anonimo sperimenta su se stesso, passando per tutti gli stadi, dalla desolazione al rapimento, il potere sconvolgente della semplicissima «preghiera di Gesù». Tutta la sua vita ne è progressivamente trasformata e la testimonianza che egli ne ha lasciato nella Via di un pellegrino ci appare come uno dei più ricchi «viaggi mistici» che conosciamo. Alla straordinaria immediatezza e precisione nel descrivere le proprie esperienze nel regno della preghiera esicastica, l'Anonimo unisce poi una naturale freschezza di narratore: come un inconsapevole Gogol', egli ci rivela i tratti della perduta vita popolare e provinciale russa attorno alla metà dell'Ottocento, di cui egli stesso è uno dei personaggi, un innocente che sa aprire a una a una le porte di un sapere prodigiosamente intatto.
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