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Recensioni La via di Lisbona. In fuga dal nazismo nella città sospesa

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Una città in bilico tra la sua vecchia identità e quella di una eterogenea folla giunta a piedi, in bicicletta o con mezzi di fortuna, dopo avventurosi e spesso tragici viaggi attraverso la Francia, la Spagna o il Nord Africa: ebrei, oppositori, gente che aveva perso tutto o personaggi ricchi e famosi, tutti accomunati dalla necessita? di trovare una nuova patria a rischio della vita; letterati e artisti come Antoine de Saint-Exupéry, Jean Renoir, Chagall, Duchamp, Breton, Man Ray, Alma Mahler, Franz Werfel, Arthur Koestler, Walter Benjamin, Ian Fleming e i duchi di Windsor, la collezionista Peggy Guggenheim insieme a migliaia di volti senza nome in fuga dalla deportazione. Ma la capitale del Portogallo è anche la porta d’ingresso per i molti che compiono il percorso inverso, verso l’Europa in guerra: diplomatici, giornalisti, faccendieri, criminali, spie, doppiogiochisti, mercenari. Il miscuglio di questa umanità così diversa dona alla capitale portoghese in quei lunghi mesi un’atmosfera piena di elettricità e di tensione, nella quale una certa disinvoltura nei costumi si unisce a un fascino decadente e vagamente cospiratorio. Weber racconta questa storia ancora troppo poco conosciuta attraverso le mille vicende di coloro che hanno avuto la ventura di viverla, con una magistrale padronanza della grande storia politica e una sensibilità rara verso il minimo e il privato. )
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