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Anno edizione: 2013
Anno edizione: 2002
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Vengono proposti in questa edizione due racconti (Via del Giacinto e Miss Grief) della scrittrice americana nipote di Fenimore Cooper vissuta durante la seconda metà dell'Ottocento e tragicamente scomparsa nel corso di uno dei suoi numerosi soggiorni italiani. Come spiega la bella e interessante nota al testo di Edoarda Greco la fama di questa autrice ha subito alterne vicende passando dal successo ottenuto nel corso della vita a un lungo disinteresse da parte di pubblico e critica per tornare solo recentemente a essere oggetto di studio e attenzione. Merita indubbiamente di essere letta la prosa di Woolson scorrevole attenta ai dettagli ma non priva di oscurità e contraddizioni che la rendono più inafferrabile di quanto possa all'inizio sembrare. I due racconti in questione entrambi ambientati in Italia sono legati da molti punti comuni: la riflessione sull'arte in primo luogo (la pittura nel primo testo e la scrittura nel secondo) e poi la presenza di due personaggi femminili centrali che si confrontano nei sentimenti e nell'arte con due personaggi maschili. Il tema della difficoltà per una donna di seguire la propria vocazione artistica e di correre quindi il rischio di "invadere" un campo di potere tradizionalmente maschile era evidentemente sentito personalmente da Woolson e i racconti non sono privi di elementi autobiografici. Soprattutto l'intensa relazione della scrittrice con Henry James sembra aver lasciato tracce in questi racconti in cui i personaggi maschili entrambi scrittori esercitano sulle protagoniste una forte influenza intrecciando rapporti in cui la tenerezza e la protezione si mescolano tragicamente con la crudeltà e l'arroganza. La stessa duplicità di sguardo si trasforma nello stile in una prosa solo superficialmente pacata che nasconde tensioni e cela sotto l'apparente ingenuità una vena di amara ironia. Anche il ritmo dei racconti a volte a scatti sembra alludere a una ricerca estetica consapevole non priva di polemica nei confronti delle caratteristiche un po' stucchevoli attribuite tradizionalmente alla scrittura femminile.
Teresa Prudente
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