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"Via degli Anemoni, 42" è una riedizione dell'opera di Luigi Chiavarone già apparsa nel 1989. L'autore stesso nella prefazione del libro, spiega di aver ricevuto numerose richieste da alunni, insegnanti e professori per una nuova ristampa del romanzo. La storia è totalmente integra con l'aggiunta di un capitolo "Ritorno a Centocelle" che ben si collega all'interno della narrazione come chiusura del racconto. Il capitolo primo, appunto, si intitola Centocelle ed è proprio da lì che parte la narrazione. Ma vediamo insieme di cosa tratta questo libro utilizzato in molte scuole come lettura estiva o di approfondimento. Il protagonista è Antonio un ragazzino che frequenta le scuole elementari e ci racconta la sua vita e quella dei suoi concittadini lì a Centocelle. A quel tempo i quartieri romani avevano subito una trasformazione radicale con un consistente innalzo di palazzi senza un criterio preciso e per questo definito come "sparsi a macchia d'olio". Le vie assumevano nomi floreali, ed ecco il nome Via degli Anemoni. Antonio ci racconta di come le persone vivevano chiuse nel quartiere perché offriva loro ciò di cui necessitavano, ovviamente tranne che per il lavoro e l'istruzione che spingeva la gente ad uscire dal quartiere stesso. Ci spiega la differenza tra impiegati ed operai che, col tempo, riuscirono a trovare un linguaggio comune, nonostante gli impiegati si sentissero superiori sicché svolgevano un lavoro d'ufficio, senza dunque sporcarsi le mani. Tuttavia sapevano perfettamente che al di là di queste incomprensioni, vi si trovavano le medesime passioni, lo stesso bisogno di stare in famiglia, di gustare un buon pasto caldo. Il protagonista ci apre le porte della sua memoria facendoci rivivere gli anni della fanciullezza, del capodanno del 1959, regalandoci dialoghi in famiglia, anche in dialetto romano. Leggendo le pagine ci si addentra in una realtà tanto lontana eppur così viva, presente, in cui il lettore può ritrovare il fanciullo che è stato.
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