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Subito dopo la guerra quando "sono comparsi certi cavalli che rifiutano il fieno marcio hanno fifa del giogo con le stanghe e capiscono solo il tedesco" nelle periferie moscovite fatte di baracche con il tetto di lamiera su vie ancora ricoperte dall'erba della campagna si muovono i personaggi dei racconti di Eppel': ebrei chagalliani sposati a donne che lavorano in una cooperativa per smistare scontrini falsi insegnanti di fisica che riescono a costruire un frigorifero funzionante mettendo insieme trofei di guerra comprati al mercato abitanti della stessa casa che passano il tempo a denunciarsi adolescenti che fanno l'amore con la moglie di un agente della polizia politica nella camera prestata da una vecchietta. I personaggi descritti con una compassione che a volte vira in ironico distacco vivono episodi apparentemente insignificanti e spesso gretti come in Era una notte calda e buia la confessione di un episodio di sadismo adolescenziale.Su tutto domina la sordida materialità le descrizioni alla lente di ingrandimento del modo in cui una mosca viene catturata da una trappola artigianale o del ciclo annuale di gelo-disgelo dei cessi del villaggio studentesco. Asar Eppel' poliglotta traduttore di Petrarca Boccaccio e Pasolini in russo (oltre che di Bruno Schulz) ha scritto questi racconti tra 1979 e 1980. Forse non è "uno dei più grandi scrittori russi di oggi" – come proclama il retro di copertina – ma le sue storie sono un affascinante viaggio entomologico nel mondo liminare di una Russia tra guerra e pace tra città e villaggio tra rassegnazione alla morte e voglia di sopravvivere tra materia inanimata e materia vivente.
Nicolò Pianciola
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