Affrontare il tema della morte nelle sue molteplici variazioni è stato un lungo percorso davvero complesso. Si parte dall'abusato problema dell'immortalità per passare all'anima, al credo religioso, allo scopo della vita, alle acrobazie intellettuali per spiegare l'inspiegabile e tentare di conciliare la nostra ansia di vivere con l'incognita onnipresente della fine. I cimiteri, di per se stessi, costituiscono un variegato continente dalle mille sfaccettature. Gli esseri umani hanno cercato sempre di farsi una ragione della morte. cercando di conservare i resti fisici e la memoria dei defunti. Dal piccolo tumulo di terra ai mazzetti di fiori deposti accanto alla salma dei nostri lontani progenitori, dal mucchio di pietre ai dolmen, fino ai grandiosi monumenti architettonici eretti in onore del defunto o ai complessi sistemi cimiteriali oggi esistenti in tutto il mondo con i rituali ad essi connessi. La narrazione di un fenomeno così importante non può che partire dalla constatazione che l'essere umano, come le piante, gli animali, l'Universo stesso, abbiano un principio ed una fine che si rinnova nel tempo. Una specie d'ineluttabile transito temporale. Diversamente da tutti gli altri esseri viventi, però, la percezione umana si ribella a questa fine. Quell'anima, una realtà indefinibile che attribuiamo a noi stessi, siamo in genere convinti che non possa concludersi con il disfacimento del corpo. In realtà sopravvive nella nostra memoria, ma di per se stessa, secondo le più diffuse convinzioni umane, non dovrebbe scomparire con la morte fisica del corpo. Alla vita e alla morte è connessa l'idea della divinità e, con essa, di un mondo migliore i cui le anime dei giusti, ma forse tutte le anime, dovrebbero fruire dopo il loro percorso terreno. La dicotomia fra il bene e il male, l'oscurità e la luce, nasce proprio dalla speranza di una vita possibilmente eterna.
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