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interessante e istruttivo; un argomento molto attuale e di piacevole lettura.
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Le donne intervistate nel libro sono:
Amalia Ercoli Finzi (scienziata), Lucetta Scarafia (storica), Lella Costa (attrice), Lidia Ravera (scrittrice), Michela Vittoria Brambilla (imprenditrice), Daniela Santanché (politica), Marinella Cozzolino (sessuologa), Wanda Lops (divorzista), Viaviana Schiavi (calciatrice), Annamaria Parente (sindacalista), Annamaria Testa (pubblicitaria), Loretta Napoleoni (economista), Ludovica Lucifero (volontaria), Flavia Perina (giornalista).
L'uomo intervistato è Sergio Parini (giornalista).
Anna Talò ha intervistato per questo volume quattordici donne che hanno raggiunto grandi risultati in ambito professionale chiedendo loro di confrontarsi su un tema che, per il "gentil sesso", sembra essere ancora un tabù: il denaro. Interviste-confessioni che la giornalista ha raccolto per offrirci uno spaccato reale e veritiero sul rapporto fra le donne e i soldi.
Le donne da sempre hanno un rapporto diretto con il denaro. è una consuetudine, infatti, in quasi tutte le famiglie italiane, che la gestione dell'economia familiare sia delegata interamente alle donne. Paradossalmente, però, questo rapporto con il denaro non si traduce in una capacità di affrontare l'argomento in termini professionali. La situazione è complessa. In parte questo potrebbe dipendere dalla nostra memoria storica e in parte da un'attitudine di genere: fino a cinquant'anni fa le donne lavoravano per la quasi totalità solo entro le mura domestiche e il loro sostentamento era dovuto al padre prima e al marito poi. Gestivano, sì, il budget familiare, ma si trattava di una somma data loro in amministrazione dal marito, non la contrattavano e non era una forma di compenso per il loro impegno. Quando poi hanno iniziato a lavorare, fino a pochi anni fa, il loro era il "secondo stipendio": era scontato che fosse una sorta di integrazione all'entrata principale, quella del marito, e anche che l'importo fosse meno importante di quello del coniuge. Lella Costa nel suo intervento sostiene che "Per noi lavorare anche fuori di casa è stato un tale privilegio, una tale conquista che farci anche pagare adeguatamente ci sembrerebbe troppo..." Le donne che nutrono l'ambizione di riuscire in carriere maschili devono confrontarsi con la cultura, la tradizione, un retroterra che ancora indicano loro un altro compito. E questo risulta ancora più evidente nel momento in cui si smette di lavorare e si torna entro le mura domestiche perché, nonostante molti uomini ora affianchino le compagne nella gestione della casa, il carico maggiore della famiglia continua a pesare sulle spalle delle donne. In più, c'è da considerare che le donne raramente chiedono: partono dal presupposto che il loro valore e la loro abnegazione saranno ricompensati. Lo fanno nei rapporti sentimentali, lo fanno nel lavoro: se un uomo vuole un aumento, va e lo chiede; le donne se lo aspettano in riconoscimento delle loro capacità. Il denaro per le donne è uno strumento utile per vivere il meglio possibile; per la maggior parte degli uomini, invece, è carico di un altro valore simbolico, alle donne spesso ancora sconosciuto, quello dello strumento di potere.
Esiste poi un ulteriore ostacolo: la famiglia. Nonostante la maggior parte delle signore intervistate abbia risposto di non essersi mai fatta condizionare dalla paura che la carriera possa compromettere la vita sociale, sembra che le donne, in generale, abbiano la consapevolezza che la loro emancipazione, non soltanto economica, sia, in questi ultimi anni, la ragione principale che sta alla base della difficoltà di rapporto con gli uomini. Esiste una vera e propria tendenza femminile a fare un passo indietro pur di non mettere in difficoltà il compagno e di non ipotecare, così, una potenziale relazione sentimentale.
Alla luce delle riflessioni evidenziate nel libro, viene da chiedersi per chi sia più complicato trovare il proprio posto nella dinamica dei rapporti fra i sessi, per le donne o per gli uomini?
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